Manu è bravissima, scrive mille volte meglio di me ed è stata così gentile da regalarmi questo pezzo - creato da lei per la scuola di teatro di Michela Ottolini - dedicato a Galileo Galilei e al sì che ha segnato una svolta nella sua vita.
Grazie, cara Manu!
Ti interessa una collaborazione stabile?
"Da bambino amavo guardare le stelle.
Guardare il cielo è rimasto il mio sogno e più tardi è diventato il fulcro centrale del mio lavoro.
Probabilmente, di tutta la mia vita.
Mi chiamo Galileo Galilei e, onestamente, non so come verrò ricordato dai posteri: se per i miei lavori di matematica, i miei studi sugli astri, i miei scritti sulla fisica, le mie dissertazioni filosofiche.
Oppure semplicemente perché ho rinnegato tutto ciò per cui avevo sempre lavorato.
Posso dire di essere sempre stato stimato e apprezzato come studioso e ho intrattenuto rapporti amichevoli con tutte le maggiori personalità del mio tempo, sia in campo laico che in campo ecclesiastico. Mi posso vantare di aver banchettato, per un certo periodo, con il Papa e di aver conversato con lui come due buoni amici, seduti uno di fronte all'altro.
Poi, forse per colpa della mia superbia o forse semplicemente per la mia fame di verità, ho scritto e detto cose che hanno mutato per sempre il corso della mia esistenza.
Avevo ormai raggiunto un'età e un prestigio che pensavo mi elevassero al di sopra di qualunque sospetto e di qualunque giudizio. Che errore madornale!
Nel 1632 pubblicai il mio “Dialogo sui due massimi sistemi del mondo”: avevo impiegato otto anni per scriverlo. Era un'opera magnifica in cui, dopo attente osservazioni e anni di studio, mettevo a confronto le due principali teorie sulla struttura dell'universo: la tolemaica e la copernicana.
Quel che accadde dopo è storia nota a tutti.
Il libro venne proibito e io dovetti comparire davanti all'Inquisizione per difendermi dall'accusa di voler sovvertire l'ordine naturale del mondo: la terra al centro dell'universo e tutti gli astri intorno ad essa.
Io, accusato di eresia. Io, che volgevo il mio sguardo a Dio tutte le notti e, osservando la volta celeste, udivo gli angeli cantare attraverso le sinfonie di pianeti.
Eppure quando mi trovai davanti ai miei giudici, con le loro toghe scure e gli occhi minacciosi, alla domanda “Abiuri?” io ho risposto: “Sì”. Un forte, chiaro e limpido “sì”.
Voi forse mi giudicherete un codardo: rinunciare così fermamente alle proprie idee e al proprio lavoro.
Ma avete idea di cosa sia la tortura? Non potete nemmeno immaginare quanto siano crudeli e sadici i carcerieri: cercano di estorcere menzogne spacciate per verità a bocche ormai mute, rese tali dalle troppe grida emesse.
Macchinari infernali creati appositamente per infliggere sofferenza.
Io non ci sono riuscito.
Il terrore mi ha annichilito, impedendomi di fare quel che andava fatto.
Dopotutto, ero solo un uomo".
(la ricetta, che ho modificato solo in minima parte, è di Ilenia Bazzacco, che ringrazio di cuore; le dosi sono per 6 persone)
CHE COSA SERVE?
Per gli gnocchi:
- 900 g di ZUCCA cotta in forno
- 150 g di RICOTTA di mucca
- 225 g di FARINA 00
- 100 g di PARMIGIANO grattugiato
- 1 UOVO intero
- 1 TUORLO d'UOVO
- SALE
- NOCE MOSCATA
Per condire:
- BURRO q.b.
- SALVIA
- RICOTTA salata di pecora q.b.
COME FACCIO?
1. CUOCIO la ZUCCA in forno (io lo faccio per tempo e poi la surgelo):
a) PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 200°C.
b) TAGLIO a metà la ZUCCA, rimuovo i semi e i filamenti interni.
c) CON UN COLTELLO a mandorla (quello che si usa per il parmigiano), a distanza di
5-7 cm l’uno dall’altro, pratico una serie di piccoli TAGLI su tutta la scorza
delle due mezze zucche.
e) CUOCIO per circa UN’ORA (o almeno fino a quando le mezze zucche non risulteranno
morbide). Le lascio raffreddare nel forno.
f) TOLGO dal FORNO dopo che si saranno completamente RAFFREDDATE.
g) RIMUOVO la SCORZA.
2. SCHIACCIO la ZUCCA e la RICOTTA di mucca, utilizzando uno schiacciapatate.
3. AGGIUNGO la FARINA 00, il PARMIGIANO grattugiato, l'UOVO intero, il TUORLO, il SALE e la NOCE MOSCATA. AMALGAMO con una forchetta di legno.
4. METTO a BOLLIRE due pentole d'ACQUA, alle quali, al momento della cottura, aggiungerò una presa di SALE grosso.
5. INSERISCO l'impasto in due SAC A POCHE monouso (Cuki) dotati di un beccuccio piuttosto largo o lasciati senza beccuccio, che chiuderò con dei chiudisacchetti di plastica.
6. FACCIO sciogliere a fuoco lento il BURRO, al quale aggiungo qualche foglia di SALVIA.
7. TAGLIO a una larghezza di circa 2 cm i puntali dei SAC A POCHE (o uso un puntale largo) e faccio cadere nell'acqua bollente l'IMPASTO, che, con la lama di un coltello, DIVIDO in pezzetti lunghi circa 2,5 cm. Per ogni piatto, calcolo circa 30 GNOCCHI. Lavoro con le due pentole in contemporanea, in modo da preparare più piatti in un tempo più breve. FACCIO BOLLIRE gli gnocchi fino a quando non VENGONO a GALLA.
8. SGOCCIOLO gli gnocchi utilizzando una SCHIUMAROLA, li trasferisco in un COLINO e, successivamente, nei PIATTI.
9. CONDISCO con il BURRO e la SALVIA.
10. SPOLVERIZZO con la RICOTTA salata di pecora grattugiata grossolanamente.
11. SONO BUONI anche il giorno dopo, fatti saltare nel burro.
SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA ***
Avete visitato il mio sito
Dovrebbero insegnare così la storia anche a scuola..sarebbe sicuramente più divertente e coinvolgente..non credi? Complimenti a Manu x questo cammeo e a te x aver condiviso questa golosissima ricetta :-) Un abbraccio cara amica e felice we <3
RispondiEliminaI tuoi commenti sono sempre azzeccati e gentilissimi, Consuelo.
EliminaAnche Manu ti ringrazia.
Un bacione
Valeria