martedì 18 ottobre 2011

IL FUTURO DEL TUO SORRISO, NEL TEST SALIVARE


Il test salivare è un'analisi che, partendo dalla valutazione della saliva, permette di prevedere quello che sarà il futuro dei denti del paziente e di programmare la frequenza dei controlli e delle sedute di fluorizzazione.
Quando si esegue?
E’ utilissimo in caso di pazienti (soprattutto bambini) con elevata recettività alla carie.
In questi casi, è consigliabile effettuarlo prima di iniziare la terapia. Se necessario, va ripetuto in seguito.
Viene eseguito anche alle puerpere, immediatamente prima del parto, per valutare quali e quanti germi la futura mamma può trasmettere al nascituro.
A che cosa serve?
Permette di determinare le caratteristiche della saliva correlate con la carie:
quantità;
acidità;
microrganismi legati alla carie;
microrganismi legati all’assunzione di zuccheri.
Come si esegue?
Il paziente scioglie in bocca una compressa inerte, che ha la funzione di stimolare la salivazione.
La saliva prodotta nell’arco di 5 minuti viene raccolta in un piccolo contenitore.
Successivamente, ne viene misurata la quantità: maggiore è il flusso di saliva, maggiore è il lavaggio che avviene in bocca e, di conseguenza, minore il rischio di carie.
Con l’ausilio di speciali rivelatori, si calcola poi l’acidità della saliva: a saliva più acida corrisponde una maggiore probabilità di carie.
Si indaga infine sulla presenza di batteri, che, come già detto, possono essere legati alla carie oppure all’assunzione di zuccheri: la saliva raccolta viene stesa su un terreno di coltura e posta all’interno di un apposito incubatore (vedi foto). 
Dopo qualche tempo, dalla valutazione della coltura è possibile rilevare la presenza o meno di Streptococcus Mutans (il microrganismo responsabile della carie) e di Lattobacilli (i batteri rivelatori di un’eccessiva assunzione di zuccheri).
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Nella foto: il lago di Lavarone (TN).

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