sabato 22 febbraio 2014

UN GRADITO RITORNO (QUASI IN 3D): I CANTUCCINI

Una foto che sembra in 3D per una ricetta che avevo dimenticato: trent'anni fa (mammamia che impressione dirlo...), i "CANTUCCINI" erano uno dei miei dolci più gettonati.
 
Poi, chissà perché, su di essi è caduto l'oblio...
Fino a quando "La Cucina Italiana" non ne ha postato il link sulla propria pagina Facebook.

La ricetta che riporto è la mia:
un ritaglio di giornale di poche righe, con le quantità corrette con un megapennarello rosso.

Nella versione attuale, ho seguito le indicazioni della mia rivista preferita e ho aromatizzato con vaniglia.

Ma, nonostante ai miei familiari i tradizionali semi di anice non piacciano, trovo che siano decisamente più indicati rispetto alla vaniglia...



"CANTUCCINI"

CHE COSA SERVE?

- 450 gr. di farina 00
- 300 gr. di zucchero
- 80 gr. di margarina morbida
- 3 uova
- 1 baccello di vaniglia
- 1/2 bustina di lievito vanigliato
- 300 gr. di mandorle (con la pellicina scura)
- sale


COME FACCIO?

1. SETACCIO la FARINA con LIEVITO, VANIGLIA e SALE.

2. FRULLO insieme gli ingredienti secchi.

3. AGGIUNGO la MARGARINA e, successivamente, le UOVA una alla volta. IMPASTO con il GANCIO della planetaria.

4. UNISCO le MANDORLE e impasto ancora.

5. FACCIO RIPOSARE in frigo per 30 minuti. Nel frattempo, PRERISCALDO il forno (ventilato) a 180°C.

6. DIVIDO in 5 PARTI l'impasto e lo modello in salsicciotti, che distribuisco su due placche da forno sovrapposte e coperte con carta forno, E' bene tenerli distanziati il più possibile.

7. CUOCIO per 35 minuti.

8. TOLGO dal forno, FACCIO RAFFREDDARE per 10 minuti, TAGLIO i salsicciotti in LOSANGHE.

9. RIMETTO in FORNO i biscotti per altri 10 minuti, tenendoli distanziati l'uno dall'altro (è preferibile fare 2 infornate).

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ***

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martedì 18 febbraio 2014

LETTERA A UN AMICO

Caro Marco,

Che amica scadente, hai.
Non ho trovato il tempo né l'occasione di salutarti.
E tu te ne sei andato.

Ieri mattina ho visto il numero di Cristina, sul display dell'iPhone.
E ho capito perché non era il tuo...

Volevo chiamarti per Natale.
Poi ho rimandato perché c'erano problemi in famiglia.
E c'erano le cene, i pranzi delle feste.
Pensavo che ti avrei telefonato dopo Capodanno: in fin dei conti, ci siamo sempre sentiti verso l'Epifania, no?
Ma poi è nato il mio nipotino... e ho perso la bussola!

I giorni sono passati, amico caro.
Troppi giorni...

Marco. 
Ci siamo conosciuti, tanto tempo fa, a un corso di odontoiatria.
Ricordi? Con Rosita, formavamo il trio della prima fila, sulla destra.
Ci siamo rivisti per altri congressi.
Rosita, un po' alla volta, l'abbiamo persa per strada.
Ma noi due siamo rimasti in contatto.
Sei l'unico tra i colleghi incontrati durante la mia carriera professionale con il quale io abbia mantenuto un'amicizia così duratura.

Un giorno, per telefono, mi hai detto che eri malato.
Avevi la voce bassa e roca.
Ho sofferto per te.

Dopo qualche tempo, ti ho sentito felice, convinto di avercela fatta.
"Organizzo una festa", mi hai detto.
E io ero felice con te.

Non ci vediamo da anni.
Se ripesco nei ricordi, ti rivedo nei tuoi modi semplici, risento la tua "erre" moscia, quasi respiro il fumo di quel maledetto sigaro che ti ha portato via.
Soprattutto, rivivo nel cuore la tua umanità e l'amore per la tua meravigliosa famiglia e per gli amici.

Pensa: ora che sei lontanissimo, Marco, io ti sento più vicino di prima.

Sono sicura che, d'ora in poi, sarai sempre accanto al mio riunito.
Pronto a indicarmi le terapie adatte nei casi più complessi.
Ma pronto anche a sostenermi, con il tuo sorriso affettuoso, nei momenti difficili.
Professionali e non.

Ti voglio bene.

Valeria

venerdì 14 febbraio 2014

CHE COSA HO PREPARATO AL MIO PAFFUTELLO PER SAN VALENTINO? LA CROSTATA DI MELE CON CRUMBLE ALLE NOCCIOLE (DA "LA CUCINA ITALIANA")

Volevo postarla domani.
Ma poi mi sono resa conto che oggi è San Valentino e che, al mio paffutello, avrebbe fatto piacere concludere la cena con un dolcetto.

Date le sue origini nonese, quale miglior dessert di una crostata farcita con le mele renette della Melinda?
Questa, proposta da "La Cucina Italiana", mi è parsa perfetta: friabilissima, armoniosissima nei sapori.

Lo so, in tutti gli altri blog le torte per San Valentino sono rosse e piene di cuori.
Ma, a noi "montanari", la festa degli innamorati piace celebrarla così...

"LA CROSTATA DI MELE CON CRUMBLE ALLE NOCCIOLE"


CHE COSA SERVE?

Per la pasta frolla alle nocciole:
- 100 gr. di NOCCIOLE TOSTATE
- 350 gr. di FARINA 00
- mezzo cucchiaino di LIEVITO VANIGLIATO
- sale
- 200 gr. di BURRO
- 120 gr. di ZUCCHERO SEMOLATO
- 3 TUORLI


Per il ripieno:
- 800 gr. di MELE RENETTE Melinda( 3 mele)
- 3 cucchiai di ZUCCHERO DI CANNA
- la SCORZA GRATTUGIATA di mezzo LIMONE
- 15 g. di BISCOTTI SECCHI
- 50 gr. di NOCCIOLE TOSTATE


 COME FACCIO?

1. TRITO 100 gr. di NOCCIOLE in farina non finissima.

2. SETACCIO la FARINA 00 con il SALE e il LIEVITO VANIGLIATO. Li UNISCO alle NOCCIOLE tritate e allo ZUCCHERO.

3. AGGIUNGO il BURRO ammorbidito e IMPASTO con il gancio della planetaria fino a ottenere una struttura grumosa.

4. UNISCO i TUORLI e impasto ancora con il gancio fino ad avere un panetto liscio.

5. COPRO il panetto con PELLICOLA TRASPARENTE e lo faccio RIPOSARE in FRIGO per un'ora.

6. SBUCCIO le MELE, le taglio in fettine sottili, le aromatizzo con la BUCCIA di LIMONE GRATTUGIATA e le mescolo a 2 o 3 cucchiai di ZUCCHERO di CANNA (regolo la quantità di zucchero in base alla dolcezza delle mele).

7. PRERISCALDO il FORNO a 180°C.

8. TENGO da parte (in FRIGORIFERO!!!) un quarto di PASTA FROLLA.

9. STENDO la rimanante PASTA FROLLA sopra un foglio di CARTA FORNO pretagliata (quella con le incisioni radiali, che non crea ripiegature sul bordo della torta), riducendone lo spessore fino a 5 mmm.

10. RITAGLIO la PASTA FROLLA, formando un cerchio di circa 32 cm di diametro.

11. TRASFERISCO la PASTA FROLLA in una tortiera a cerniera del diametro di 26 cm. (aiutandomi con un cartone o un tagliere sottile) e adatto l'impasto all'interno della teglia, riparando le parti che si saranno (inevitabilmente!) incrinate.

12. COSPARGO il fondo della tortiera con i BISCOTTI SECCHI sbriciolati e con 25 gr. di NOCCIOLE tritate grossolanamente.

13. RIEMPIO con le MELE, sulle quali distribuisco le NOCCIOLE tritate rimaste.

14. COSPARGO le mele con la rimanente PASTA FROLLA, sbriciolandola grossolanamente con le dita (crumble).

15. CUOCIO per 30 minuti in FORNO STATICO. Poi per altri 20 o 30 minuti in FORNO VENTILATO.

16. LASCIO RAFFREDDARE la crostata nella teglia posta su una griglia prima di sformarla.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ***

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sabato 8 febbraio 2014

LA TARTE TATIN DI ANANAS, DALLA VECCHIA RICETTA DI NANDA RITROVATA IN UN CASSETTO

Cara mamma,

da anni mi parli della mitica torta all'ananas, che era il cavallo di battaglia della tua amica Nanda.
Nella notte dei tempi, anche se nessuno ricorda quando, pare che tu stessa l'abbia sperimentata...

Allora, nessuno sapeva che questo dolce era a tutti gli effetti una "Tarte Tatin".
Per un bel po', in famiglia non ci è stato possibile riproporlo: la ricetta in tuo possesso era scomparsa.

Fortuna ha voluto che, rimettendo a posto i documenti destinati al commercialista, tu abbia ritrovato il prezioso manoscritto.

Eccola sul mio blog, dunque, la "Torta all'ananas di Nanda".
Tutt'altro che dietetica.
Buonabuonabuonissima.

Una ricetta che dedico a te e alla tua cara amica, con tanto affetto e un pizzico di nostalgia...





"LA TARTE TATIN DI ANANAS"

CHE COSA SERVE?

Per la guarnizione:
- 150 gr. di ZUCCHERO
- 100 gr. di BURRO
- 1 confezione di ANANAS ALLO SCIROPPO

Per l'impasto:
- 3 uova
- 100 gr. di ZUCCHERO SEMOLATO
- 200 gr. di FARINA 00
- 1 bustina di LIEVITO VANIGLIATO
- sale

COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 180°C.

2. FONDO il BURRO nella pirofila per Tarte Tatin e vi SCIOLGO lo ZUCCHERO.

3. DISTRIBUISCO le fette di ANANAS sul fondo della pirofila.

4. MONTO gli ALBUMI a neve ben soda.

5. FRULLO i TUORLI con lo ZUCCHERO.

6. AGGIUNGO un pizzico di SALE e la FARINA setacciata con il LIEVITO VANIGLIATO. Frullo ancora.

7. UNISCO gli ALBUMI montati a neve all'impasto, con movimenti dal basso verso l'alto.

8. VERSO il composto nella pirofila, sopra gli ananas.

9. CUOCIO per circa 30 minuti.

10. ROVESCIO la TARTE TATIN, dopo averla fatta raffreddare per circa 10 minuti.

11. LA SERVO fredda, magari con panna montata...

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ***

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martedì 4 febbraio 2014

LINEA D'OMBRA: "VERSO MONET". CIBO PER L'ANIMA.

Cara Nadia,

questo post lo dedico a te, che sei forse l'unica lettrice delle rare escursioni "culturali" in questo blog.
E mi auguro che le nostre amiche Anto e Raffaella non me ne vogliano.

Sono passati ormai oltre due mesi dalla nostra visita alla mostra "Verso Monet", organizzata a Verona da "Linea d'ombra".
La mostra sta per chiudere (riaprirà quanto prima a Vicenza).
Eppure, io ho ancora negli occhi e nel cuore le emozioni che alcune delle opere esposte mi hanno dato...

Li voglio fissare nella memoria, i quadri che mi hanno maggiormente colpita.
E lo faccio nel modo che mi è più congeniale: riportando la mia personale "classifica" in un post.

Incomincio dal mio favorito, e vado a scalare con gli altri:





Vincent Van Gogh
"L'ULIVETO" 
1889
(particolare)

Ero già uscita dal circuito della mostra, quella sera, ma ho pregato la signorina dello staff di lasciarmi rivedere un'ultima volta questo dipinto.
Perché, da esso, proprio non riuscivo a separarmi.

Non c'è niente da fare: Vincent mi coinvolge sempre più di chiunque altro.
Le pennellate sofferte, i vortici delle foglie, i tronchi nodosi mi ipnotizzavano, trascinandomi nell'angoscia del pittore...

Ma i blu, i verdi sembravano scelti per placare quest'ansia.
E le striature chiare, dorate e (forse) rosate, mi dicevano che, in fondo al tunnel, ci può essere la luce.



Claude Monet
"LA CASA DEL PESCATORE SUGLI SCOGLI A VARENGEVILLE"
1882
(particolare)

Bene hanno fatto, i curatori, a eleggere questo dipinto a icona della mostra.
Perché è splendido: solare, luminoso, rasserenante.

Una luce colorata, quasi estiva, si riflette sulle tegole e sulla vegetazione.
All'orizzonte, vele bianche sulle onde che sfumano dal verde al blu.

Non so perché, ma le ombre dei due camini hanno attirato immediatamente la mia attenzione: forse volevano dirmi che l'immagine è pomeridiana.

Ho sentito familiare questo scorcio.
E mi ha colto una struggente nostalgia della Francia e del suo mare.


Paul Gauguin
"NEVE A VAUGIRARD"
1879
(particolare)

Il terzo posto spetterebbe di diritto a un piccolissimo disegno di Rembrandt "VEDUTA DI HAARLEM CON LA TENUTA DI SAXENBURG IN PRIMO PIANO" - 1650/1651: poco più di una linea orizzontale su una carta macchiata dal tempo. Che non definisce nulla. Ma dice tutto...

Purtroppo, non ho trovato traccia leggibile di quest'opera in alcun luogo virtuale.
Per questo, ho dovuto ripiegare (si fa per dire) sul paesaggio innevato di Paul Gauguin.
Dove i tronchi neri degli alberi spogli spiccano sopra un mondo bianco e ovattato.


Jacob van Ruisdael
"VEDUTA DI ALKMAAR"
1670/1675 circa
(particolare)

Modernissima inquadratura dell'Olanda, quasi da manuale di fotografia.
Tanto cielo, mosso da nubi parzialmente illuminate dall'alto.
Sotto, bassissima, la pianura marezzata dall'ombra delle nuvole.

Ma c'è un particolare che voglio farti notare, Nadia: la ripresa dall'alto non può essere che una finzione. Sono stata da poco in quelle zone, e, a meno che tu non salga su un elicottero (che nel 1670 non era ancora disponibile), non vedi altro che la siepe davanti a te...
A conferma che, nel paesaggio, vero e falso possono convivere.


Edgar Degas
"CASE AI PIEDI DI UNA SCOGLIERA" 
(Saint-Valery-sur-Somme)
1896/1898
(particolare)

Non azzardarti a chiedermi, Nadia, perché io abbia scelto questo dipinto, così lontano dai miei schemi abituali: un'immagine sui toni del rosa (colore che odio), e in cui siano state contraffatte (abominio!) le disposizioni dei quartieri.
Ti risponderei che non lo so.

Questi sono i misteri, meravigliosi, dell'arte.

                                              Un abbraccio.

                                                            Valeria


P.S.: C'è un'ottima ragione, cara Prof, se ho utilizzato per il titolo il "SAN GIORGIO MAGGIORE AL CREPUSCOLO" di Monet.
Perché è la locandina della mostra di Vicenza.

Ma, come ben sai, non sarà quello il nostro prossimo appuntamento: a Bologna, dall'8 febbraio, ci aspetta "LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA"...

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sabato 1 febbraio 2014

"LA TORTA DEL NONNO", OVVERO LA TORTA ALLO YOGURT DA "NIGELLISSIMA"

Diventare nonni è un'esperienza speciale.
Ne sa qualcosa il mio paffutello che, negli ultimi tempi, vive in adorazione del nuovo arrivato...

La prima torta che ho fatto dopo la nascita del nostro meraviglioso nipotino era volutamente semplice, ma è piaciuta a tutti moltissimo.

In particolare a nonno Andrea.
Tanto che, alla fine, è diventata "la torta del nonno".

La ricetta è semplicissima.
L'ho presa da "Nigellissima" e, come mia abitudine, modificata leggermente.

Vi consiglio di tenere da parte e lavare un paio di barattolini da yogurt: puliti, sono comodissimi per misurare gli ingredienti!

"LA TORTA DEL NONNO"

CHE COSA SERVE?

- 3 uova
- 250 gr. di zucchero (2 barattolini)
- 125 gr. di yogurt bianco (1 barattolino)
- 150 ml. di olio di riso (1 barattolino)
- 175 gr. (2 barattolini) di farina 00
- 75 gr. (1 barattolino) di amido di mais
- i semi di 1/3 di baccello di vaniglia
- la buccia grattugiata di 1/2 limone
- 2 cucchiai di latte
- 1 bustina di lievito vanigliato
- sale
- zucchero a velo
(tra parentesi, nel procedimento, il numero dei barattolini da utilizzare)


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il forno (ventilato) a 180°C.

2. MONTO A NEVE le 3 chiare d'UOVO.

3. FRULLO bene lo YOGURT (1) con i TUORLI, il LATTE e lo ZUCCHERO (2).

4. UNISCO l'OLIO (1), la VANIGLIA, la buccia grattugiata del LIMONE e frullo ancora.

5. AGGIUNGO un po' alla volta, sempre mescolando e dopo averli setacciati, la FARINA (2), l'AMIDO DI MAIS (1) e il LIEVITO VANIGLIATO.

6. UNISCO infine gli ALBUMI montati a neve e MESCOLO delicatamente con una spatola in silicone, muovendola dal basso verso l'alto.

7. VERSO l'impasto in uno STAMPO piuttosto alto, del diametro di circa 22 cm, imburrato e infarinato.

8. CUOCIO per 45 minuti, o fino a quando il cake tester o uno stuzzicadenti, inseriti nella torta, ne usciranno puliti.

9. LASCIO RAFFREDDARE per 10 minuti il dolce sopra una griglia, lasciandolo nello stampo.

10. ROVESCIO la torta sulla griglia e la faccio raffreddare completamente, prima di servirla su un piatto da portata, spolverizzata con zucchero a velo.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA **

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