giovedì 28 gennaio 2016

CENERENTOLE, MATRIGNE ... E LA PAVLOVA FATTA CON LA RICETTA DI ALESSANDRA

Cara Cenerentola,

nei giorni scorsi ti ho vista su Sky: ballerine blu, vestituccio azzurro, grembiule impolverato e una fascia usurata a legarti i capelli.

Una servetta in piena regola, insomma.
Rannicchiata nella cenere davanti al grande camino.
Figliastra di quella matrigna cattiva, che tanto male ha fatto alla reputazione della categoria a cui anch'io appartengo.

Guardando il film a te dedicato  mi sono chiesta come sarebbe stata la tua vita se, al posto di quella donna che "aveva conosciuto la sofferenza" e "la indossava magnificamente", ci fossi stata io.

Io che indosso tutto, anche la felicità, in maniera dimessa.

Io che chiedo "per favore" anche quando devo dare un ordine.
Anzi, che gli ordini proprio non li so dare.

Io che i miei "tati" - così chiamo i miei figliastri - li amo profondamente.

D'accordo, a me mancano quelle due figlie biologiche - peraltro da sponsorizzare a fini matrimoniali - di cui era dotata Lady Tremaine.
Mi è quindi difficile comprendere appieno i meccanismi della tua fiaba.

Ma, ne sono sicura, se io fossi stata la tua matrigna - che orribile termine, per definire la seconda moglie di un padre risposato! - ti avrei voluto bene.
E, forse forse, me ne avresti voluto un po' anche tu...


Che ne diresti, Cenerentola, se, tanto per fare qualcosa di diverso, questa volta una favola te la narrassi io? E se, magari, ti raccontassi proprio la mia favola?

Eccola...
Quasi quattordici anni fa, quando ho conosciuto il Paffu, entrambi eravamo separati e soli da un bel po' di tempo.
Lui viveva da single in un tristissimo appartamentino ammobiliato, spoglio e - cosa che mi colpì maggiormente - senza tende.

Dopo una scarna dichiarazione, in quattro e quattr'otto, il suddetto Paffu si è trasferito a casa mia.
E siamo diventati una coppia.

Mi ha regalato quasi subito un anello, un Trilogy.
Ricordo il commento di mia mamma: "se prendi lui, prendi anche i suoi due figli, per questo ci sono tre brillanti".

I suoi due figli: Luca e Manu.

Non credo che il detto "ogni scarrafone è bello a mamma soja" valga anche per le matrigne: comunque, a me, i "tati" sembrano entrambi bellissimi!

Luca.
E' la mente matematica della famiglia, come il nonno e il Paffu, a cui somiglia moltissimo anche fisicamente.
Un diplomatico nato: ci fosse stato lui al tavolo delle trattative, moltissimi conflitti bellici si sarebbero spenti sul nascere e, probabilmente, oggi non esisterebbe nemmeno il terrorismo.
Qualunque cosa faccia, Luca la fa nel migliore dei modi.
E, particolare non indifferente, è modesto come pochi.

Manu.
Quando l'ho conosciuta, adolescente, temevo che il nostro rapporto sarebbe stato più difficile, rispetto a quello con il fratello. In fin dei conti, un po' di gelosia nei confronti del "papino" sarebbe stata comprensibile. Invece, lei mi ha messa subito a mio agio (non dimenticherò mai quella volta che, lasciandomi a bocca spalancata, mi disse "Vale, sei strasimpatica e strabuona"). E, almeno spero, si è sentita a suo agio con me.
Manu ha i capelli del più bel rosso Tiziano che si possa desiderare. E' un'attrice nata e interpreta qualunque ruolo con la massima nonchalance. E' la miglior commerciante che io conosca, sia quando vende un articolo, sia quando propone, affettivamente parlando, se stessa: proprio non puoi non comprare, proprio non puoi non amarla.

Ho voluto bene da subito, a questi ragazzi, e il mio affetto, man mano, è aumentato.
Per molti anni, la nostra famigliola si è riunita per le cene della domenica sera e per la vigilia delle feste. Il pranzo, infatti, era dedicato alla loro mamma.

Il tempo, intanto, è passato...

Un po' alla volta, il nostro piccolo nucleo si è allargato.
I "tati" hanno messo su casa: si sono aggiunti un genero, una nuora e - cosa ormai risaputa - due deliziosi nipotini.
Per i ragazzi, naturalmente, gestire più coppie di genitori era un'impresa non da poco: in ogni occasione, dai compleanni al Natale, si dovevano sorbire un tot di riunioni comprensive di pranzo o cena.

L'idea geniale è venuta a Manu: raggruppare in un'unica festa la mamma, il papà e i rispettivi compagni.

All'inizio, lo ammetto, questi incontri non sono stati facili: tra new entry ed ex ci si studiava come fanno i bambini piccoli prima di mettersi a giocare.
Un po' alla volta, però, ci siamo capiti e il nostro rapporto è, ormai da qualche anno, addirittura amichevole.
Oggi non perdiamo un'occasione di riunirci: è così bello incontrarci, ridere, scherzare, mangiare tutti insieme!

Ma la cosa che più mi piace è un'altra: insieme affrontiamo anche i problemi e le difficoltà.
Ci appoggiamo l'uno all'altro.
E ci aiutiamo a vicenda.


Cara la mia Cenerentola, sono certa che ti ci troveresti bene anche tu, nella nostra combriccola.

La nostra, in fin dei conti, è una compagnia come se ne vedono poche: strana, affamata, rumorosa, allargata.
Ma, ormai, sempre e comunque... famiglia.


PAVLOVA
(dosi per 10 - 12 persone; questa è la versione leggermente modificata della ricetta della mia amica Alessandra Buffo; ho usato la planetaria KitchenAid e il forno Gaggenau)


CHE COSA SERVE?

Per la meringa:
- 5 ALBUMI freschi (IMPORTANTE!!! NON USARE GLI ALBUMI IN BRICK!)
- 250 g di ZUCCHERO a VELO
- 1 cucchiaino di AMIDO di MAIS
- 1 cucchiaino di ESTRATTO di VANIGLIA (o di VANILLINA, o i semi di un BACCELLO di VANIGLIA)
- mezzo cucchiaio di SUCCO di LIMONE (o di ACETO BIANCO)

Per guarnire:
- 500 ml di PANNA da MONTARE
- 50 g di ZUCCHERO a VELO (non presente nella ricetta originale)
- FRUTTA FRESCA a piacere (io ho usato 125 g di LAMPONI, 125 g di MIRTILLI, circa un terzo di un ANANAS a pezzetti)


COME FACCIO?

Qualche ora prima di servire:

1. RIVESTO con doppio strato di carta forno una PLACCA da forno piana. Sul foglio di carta forno che NON andrà a contatto con il dolce, con una matita, disegno un CERCHIO del diametro di 24 cm che mi servirà come guida per distribuire sulla placca la meringa.

2. PRERISCALDO il forno (ventilato) a 120°C.

3. MONTO gli ALBUMI con la planetaria, lasciandoli leggermente morbidi.

4. A questo punto, aggiungo a cucchiaiate lo ZUCCHERO a VELO.

5. UNISCO agli albumi montati la VANIGLIA (l'estratto, oppure i semi, oppure la vanillina setacciata) e continuo a montare.

6. AGGIUNGO l'AMIDO di MAIS setacciato e monto ancora.

7. UNISCO il SUCCO di LIMONE (o l'ACETO BIANCO) e monto ancora un po'. Per essere montata a sufficienza, la MERINGA dovrebbe formare delle punte quando si solleva la frusta della planetaria.

8. INSERISCO in una caraffa piuttosto alta un SAC a POCHE con un beccuccio a stella (sì, quello della foto è proprio il bordo della caraffa...). Riempio il sac a poche con la MERINGA e lo chiudo con una pinza per surgelati. Taglio la punta del sac a poche.
N.B.: Di solito, con queste dosi riempio due sac a poche della Cuki.

9. DISTRIBUISCO la meringa sulla carta forno, dando la forma di una ciambella.

10. INFORNO e CUOCIO per 1 ora a 120°C, poi valuto la doratura della superficie: se la meringa è ancora bianca, continuo a 120°C per 30 minuti, altrimenti abbasso la temperatura a 100°C (e CUOCIO per altri 30 minuti). Il risultato dovrà essere una MERINGA DORATA, CROCCANTE FUORI E MORBIDA ALL'INTERNO.
Attenzione!!! La cottura è il momento più delicato: Alessandra lascia in forno per 1 ora a 140°C e per la successiva mezz'ora a 120°C, ma con il mio Gaggenau non funziona. Vi consiglio di verificare con un termometro la reale temperatura raggiunta dal vostro forno e di testare il protocollo più adeguato.

11. AL TERMINE della cottura, APRO LEGGERMENTE LA PORTA DEL FORNO e LASCIO RAFFREDDARE la meringa nel forno stesso.

12. TRASFERISCO la meringa su una GRIGLIA per evitare che la parte inferiore del dolce si inumidisca.


Due ore prima di servire:

1. MONTO la PANNA con la planetaria fino a ottenere una consistenza abbastanza morbida, poi, un cucchiaino alla volta, aggiungo lo ZUCCHERO a VELO. Continuo a montare la panna fino a quando la consistenza non è ottimale (si devono formare delle pieghe sulla superficie).

2. INSERISCO nella solita caraffa il SAC a POCHE con il consueto beccuccio a stella. Riempio il sac a poche con la PANNA MONTATA e lo chiudo con una pinza per surgelati. Taglio la punta del sac a poche. Anche con la panna montata, si riempiono circa due sac a poche della Cuki.

3. DISTRIBUISCO la PANNA sulla superifie della MERINGA (che avrò messo su un piatto da portata).

4. FACCIO RAFFREDDARE in frigorifero.


Nel frattempo:

1. PULISCO, LAVO e faccio ASCIUGARE la FRUTTA.

2. SE NECESSARIO, la taglio in piccoli pezzi. 


Al momento di servire: 

1. DECORO la Pavlova con la FRUTTA precedentemente preparata.

2. LA SERVO immediatamente.

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA ****

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giovedì 21 gennaio 2016

GRAZIE DI CUORE PER GLI OLTRE 3000 LIKE ALLA MIA PAGINA FACEBOOK (E LA RICETTA DEI PASSATELLI)

GRAZIE!!!

Giuro: non ci avrei scommesso un centesimo.
TREMILA LIKE alla mia pagina Facebook sono un numero enorme, che va ben oltre ogni mia più rosea aspettativa.

Eppure è successo proprio a Capodanno, e la cosa mi ha riempita di gioia e di orgoglio.
Oltre a farmi timidamente sperare in un discreto 2016, speranza immediatamente vanificata da avvenimenti che, quanto prima, vi racconterò.

Pane per i tuoi denti è un sito semplice, curato da un'unica persona che fa da cuoca, pasticcera, fotografa, tecnico delle luci, redattrice e addetta alle pulizie.
Insomma, curato da me, che - oh, dolore! - non eccello in nulla, sono lenta come la fame e ho perennemente i secondi contati.

Alcuni post sono migliori di altri, alcune ricette danno più soddisfazione.
Proprio come nella vita, anche in questo blog ci sono alti e bassi. 

I racconti che vi trovate, però, mi nascono dal cuore.
E le ricette pubblicate, salvo errori e omissioni, riportano esattamente i miei protocolli. 

Pane per i tuoi denti, insomma, è un diario, un promemoria che scrivo per me e condivido con amici.

Chissà, forse è proprio per questo che molti di voi lo apprezzano...
GRAZIE ANCORA!

I PASSATELLI
(dosi per 6 persone; questa è la mia personale versione della ricetta di www.parmigianoreggiano.it; ho usato il Bimby, ma si possono impastare con qualunque altro robot oppure a mano)

CHE COSA SERVE?

Per i passatelli:
- 150 g di PARMIGIANO grattugiato
- 150 g di PANGRATTATO
- 50 g di SEMOLA rimacinata di grano duro (oppure di FARINA 00, ma vengono molto meglio con la semola)
- 4 UOVA
- SALE
- PEPE
- NOCE MOSCATA (abbondante)

Per la cottura:
- 2000 ml di BRODO di carne (ma sono dignitosissimi anche cotti nel brodo di dado)

Per servire:
- PARMIGIANO grattugiato


COME FACCIO?

1. PORTO a ebollizione il BRODO.

2. NEL FRATTEMPO, inserisco nel boccale TUTTI gli INGREDIENTI dei passatelli. Frullo a velocità 5 fino a quando l'impasto non risulta omogeneo ma leggermente granuloso.

3. FACCIO passare l'impasto attraverso la TRAFILA a fori larghi dello schiacciapatate (o con l'apposito attrezzo), taglio i passatelli ottenuti a una lunghezza di 1 o 2 cm, li faccio cadere nel BRODO bollente.

4. CUOCIO i PASSATELLI nel brodo per 3 - 5 minuti.

5. SERVO con PARMIGIANO grattugiato.

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA *

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giovedì 14 gennaio 2016

LACRIME DI COCCODRILLO. E IL PANPEPATO


E anche le feste sono passate.
Cene con la famiglia allargata, che è sempre più grande e sempre più unita.
Pranzi con i miei genitori.

E' meraviglioso vedere i nipotini crescere come dei funghetti.
E'  un po' triste vedere i bisnonni invecchiare.

In mezzo ci siamo noi, nonni quasi sessantenni: comunque discretamente tenuti e ancora pieni entusiasmo.

Ci eravamo messi addirittura in dieta, qualche tempo fa: un regime alimentare rigoroso che già aveva migliorato i risultati delle nostre analisi. 
Ma mi sa che abbiamo sgarrato: le ricette testate in questo periodo ne sono la prova.

Direi che il fatto che io non mi pesi da giorni è sintomatico.
E, nonostante i miei sforzi, non riesco a trovare una scusa credibile per giustificarmi con la nutrizionista...

IL PANPEPATO
(dosi per un PANPEPATO da circa 500 g; questa è la mia versione della ricetta comparsa sul numero di dicembre 2015 del periodico "Noi... Voi...Bimby"; ho usato il Bimby, ma  si può impastare anche a mano; l'ho cotto nel forno Gaggenau)

CHE COSA SERVE?

- 50 g di UVETTA
- 60 g di MANDORLE sgusciate (con la pellicina scura)
- 60 g di NOCCIOLE sgusciate
- 30 g di NOCI sgusciate
- 50 g di CIOCCOLATO FONDENTE
- 1/4 di cucchiaino di PEPE NERO macinato
- SALE
- 1/4 di cucchiaino di NOCE MOSCATA in polvere
- 10 g di ACQUA
- 125 g di MIELE
- 175 g di FARINA 00
- 35 g di SCORZA d'ARANCIA CANDITA


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO a 160°C, vi faccio TOSTARE per circa 12 minuti le MANDORLE, le NOCCIOLE e i gherigli di NOCE. Faccio raffreddare la frutta secca prima di utilizzarla.

2. METTO ad ammollare in acqua tiepida per circa 20 minuti l'UVETTA. Trascorso questo tempo, la strizzo e la asciugo con uno scottex.

3. METTO nel boccale il CIOCCOLATO FONDENTE, il PEPE, il SALE, la NOCE MOSCATA. TRITO per 15 secondi a velocità 7. Metto da parte.

4. INSERISCO nel boccale il MIELE e l'ACQUA. Scaldo per 5 minuti, a 60°C, velocità 2.

5. AGGIUNGO al contenuto del boccale gli ingredienti precedentemente preparati: UVETTA, MANDORLE, NOCCIOLE, NOCI, CIOCCOLATO, PEPE, SALE, NOCE MOSCATA. Unisco anche la SCORZA d'ARANCIA CANDITA e la FARINA 00. Frullo per 2 minuti, antiorario, velocità soft alternata a velocità 2.

6. TRASFERISCO l'impasto su una placca da forno foderata con carta forno, formando con le mani inumidite un panetto semisferico.

7. CUOCIO per circa 20 minuti nel forno che avevo preriscaldato a 160°C.

8. FACCIO raffreddare su una griglia per 24 ore prima di servire.

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA **

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mercoledì 6 gennaio 2016

SOGNI A OCCHI APERTI... IN ATTESA DELLA PROSSIMA GALETTE DES ROIS

Uffa, sei ancora piccolo, nipotino mio!
Così dovrò aspettare un altro anno, prima di mettere in scena la rappresentazione che da ieri mi frulla per la testa...

Sì, perché da ventiquattr'ore a questa parte non faccio altro che studiare la tradizione e le diverse versioni della GALETTE DES ROIS: sul mio adorato blog Odelices, su Une pause gourmande, sul sito della simpatica blogger napoletana Angie Cafiero, e - perché no?- anche su Giallozafferano.

Il risultato della ricerca è stato appena sfornato.
Mentre il dolce si raffredda, caro Pietro, eccomi qui a immaginare che cosa accadrà il 6 gennaio 2017:

Scena: la tua casa.
Siete già in sala da pranzo: la tua mamma, il tuo papà, Adele (che ormai ha sedici mesi abbondanti e chiacchiera come una macchinetta), la zia Manu con lo zio Ale, i nonni Anto e Pino.

Il nonno Andrea e io, come d'abitudine, siamo in ritardo.
La colpa è mia: non trovavo più la corona d'oro tempestata di pietre preziose che, l'anno scorso, avevo "rubato" dagli scaffali della ditta di famiglia.
Una corona in stile simil-longobardo che è fondamentale per la sceneggiata che ci attende.

Ti giuro, amore mio, sono impazzita a cercarla, ma era proprio scomparsa.
Poi mi sono concentrata e ho provato a ripercorrere il ragionamento fatto dodici mesi fa, al momento di riporla. Logico: era nel baule dei vestiti usati per la scuola di teatro.

Eccoci arrivati.
Tu, piccolo ometto di tre anni e quattro giorni, ci apri la porta con un sorriso miliardario.
Via cappotti e scarpe, su le calze antiscivolo di lana. Metto la borsa al solito posto, quello in cui sono sicura la troverai per prendere il mio iPhone e guardare i tuoi cartoni preferiti.

Appoggio il contenitore per la torta sul bancone della cucina.
Ho usato quello alto alto, in modo da farci stare non solo la torta, ma anche la suddetta corona.

La tavola è preparata con una tovaglia nocciola a disegnini tirolesi.
Piattini, bicchieri, forchette da dessert.
In centro, bottiglie di acqua minerale, una Coca Cola e lo spumante.

Devo ammetterlo: la mia GALETTE DES ROIS è proprio bruttina.
Abbi pazienza, piccolo mio. Lo sai che, per la nonna, il cake design è sempre stato un problema.
In internet vedi cose raffinatissime, con decorazioni da maestro incisore, ma il dubbio che sia stato fotografato un dolce acquistato in pasticceria è assolutamente fondato.

Incomincia lo show da me tanto vagheggiato.

Devi andare sotto il tavolo, Pietrino.
Di lì, dirigerai la distribuzione del dolce.

" A chi devo dare la prima fetta?" ti chiedo. "Papà" la tua vocina arriva dal basso: ci avrei giurato che il primo commensale selezionato sarebbe stato lui.
"La seconda?". "Mamma".
"La terza?" "Adele".
"E poi?". "Pietro".
Via via, tutte le fette vengono distribuite...

La GALETTE DES ROIS è costituita da un guscio di pasta sfoglia ripieno di deliziosa crema frangipane.
Ma la cosa più interessante è quel fagiolo secco che si nasconde in non si sa quale punto vicino al bordo.
Chi lo troverà, sarà il re della festa. Non solo: sceglierà un consorte ed eleggerà i dignitari.

Attento a non battere la testa, tesoro, mentre riemergi da sotto il tavolo!

Eccoci tutti qui, ognuno alle prese con la propria fetta.
Solo io posso essere così entusiasta per un gioco di questo genere.

So perfettamente chi troverà il fagiolo.
Ciononostante, addento con circospezione ogni boccone.

"Sono il re, sono il re!!!".
E chi poteva esserlo, Pietro, se non tu?

Eccoti con la corona poggiata sui capelli castani: è un po' oversize, ma quanto sei bello!!!

Ti voglio tantissimo bene, nipotino caro!

Sei dolce come la crema frangipane.
I tuoi occhietti brillano più delle pietre incastonate nel prezioso serto.
Sai emozionarmi più di qualsiasi altra cosa al mondo.
E, al di là di questa performance, per quanto sognata per un anno intero, sei e sarai per sempre IL MIO RE.

 GALETTE DES ROIS
(dosi per 12 persone; questa è una mia versione della Galette des rois, ispirata alle ricette dei siti sopra riportati; ho usato le fruste elettriche e il forno Gaggenau; per tritare le mandorle, ho utilizzato il Bimby, ma si può usare qualsiasi altro robot).)

CHE COSA SERVE?

- 125 g di BURRO
- 150 g di ZUCCHERO
- SALE
- 2 UOVA
- 1 fiala AROMA MANDORLA
- 150 g di MANDORLE bianche
- 1 FAGIOLO SECCO
- 2 rotoli di PASTA SFOGLIA rotonda (ho usato la Sfoglia Gran Spessore Buitoni)


COME FACCIO?

 1. PRERISCALDO il FORNO a 170°C (ventilato).

2. TRITO le MANDORLE (ho utilizzato il Bimby per 40 secondi a velocità 6, ma si può usare qualsiasi altro robot). Devo ottenere una polvere finissima.

3. MONTO il BURRO con lo ZUCCHERO e il SALE.

4. AGGIUNGO le UOVA (una alla volta) e monto ancora.

5. UNISCO le MANDORLE tritate e l'AROMA MANDORLA. Continuo a montare. Quella che otterrò è la meravigliosa CREMA FRANGIPANE.

6. STENDO il primo foglio di PASTA SFOGLIA sopra la placca del forno coperta di carta forno. La bucherello con i rebbi di una forchetta.

7. DISTRIBUISCO la CREMA FRANGIPANE sopra la sfoglia, mantenedola circa 3-4 cm distante dal bordo.

8. INSERISCO il FAGIOLO secco nella CREMA FRANGIPANE, in un punto a caso, abbastanza vicino al margine della crema.

9. BAGNO il margine della prima sfoglia con un po' d'acqua, in modo che la sfoglia successiva si attacchi bene.

10. COPRO con la seconda PASTA SFOGLIA, faccio aderire tra loro le sfoglie lungo tutto il margine della torta, pizzico il margine fino a creare una sorta di "corona". Bucherello la sfoglia superiore con i rebbi di una forchetta oppune vi pratico una serie di incisioni poco profonde a raggiera.

11. A PIACERE, posso spennellare il dolce con tuorlo d'uovo mescolato a un po' di latte. Io non lo farò più perche non mi piace l'odore che sprigiona cuocendo...

12. CUOCIO per 25 - 30 minuti. SERVO la torta fredda.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA *

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