giovedì 26 novembre 2015

DOPO DECENNI DI RICERCHE... FINALMENTE LA TORTA CREMOSA DI PERE E CIOCCOLATO!

Brevissima introduzione.
Perché questa settimana il post vero e proprio è uscito il 25, in occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLA DONNA. 


Solo due parole, per raccontarvi la storia di questa ricetta.

La mia prima torta di pere l'ho impastata a diciassette anni, seguendo le indicazioni di "Famiglia Cristiana".
Il risultato aveva superato ogni aspettativa: una crema di pere circondata da una deliziosa crosticina. 

Naturalmente, la copia della rivista era stata buttata, e di quella torta rimase solo il ricordo. Con la certezza che contenesse poca, pochissima farina. 

Per quanto tempo l'ho cercato, questo dolce!
Sui libri di cucina, sui giornali, nel web: niente.

Ebbene, domenica scorsa ho voluto provare a rifarlo, modificando a mio uso e consumo la ricetta di una torta di mele.
Avrei voluto mantenerlo semplicissimo - solo pere e impasto - ma la mia "tata" Manu mi ha imposto di inserirvi una discreta quantità di gocce di cioccolato. "Perché" sosteneva "non è mai abbastanza". 

Eccola qui, la TORTA CREMOSA DI PERE E CIOCCOLATO che ne è risultata.
Morbidissima e "umida" quasi come la ricordavo.

Se tutti ne sono stati entusiasti e mi hanno chiesto di ripetere l'esperimento quanto prima, una ragione ci deve essere...

VAI ALLA RICETTA...


mercoledì 25 novembre 2015

25 NOVEMBRE: UNA GIORNATA CHE NON DEVE PASSARE SOTTO SILENZIO

Ricordate che, qualche tempo fa, frequentavo un corso di teatro?
  
Per la GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE avevo preparato un pezzo che era molto piaciuto alla maestra, Michela Ottolini.
E' un pezzo "forte", forse poco adatto a un blog di cucina.
Ma questa ricorrenza è troppo importante per farla passare sotto silenzio.


STALKING


Sì: sabbie mobili.

Un amore così denso da arrivarti alla gola.
Da non lasciarti spiragli di fuga.
Da non permetterti il respiro.

Hai giocato con me come un gatto con il topo: ti prendo - ti lascio - ti cerco di nuovo - sparisco per mesi - ritorno.
Tornavi con un messaggio. Sparivi nel silenzio.

Arrivava la depressione.

Plagiata, ecco che cos'ero.
Schiava.

Finché ho spezzato i vincoli. Così, senza preavviso e con il cuore in frammenti.
Finalmente aria pulita. A pieni polmoni.

Credevo...
Ma tu sei impazzito.
Non avevi più il tuo giocattolo.

Sono incominciati gli insulti, le telefonate minatorie, gli sms.
Mille volte al giorno, in tutti i momenti. Anche in studio, al lavoro.

Offese.
"Adesso che sei cellulitica e sfatta...", mi hai scritto.
Sfatta.
No: solo ora non lo sono più, mai come oggi sono stata solida, piena di energia, viva.

Intimidazioni.
"Ti sputtano con tutti quelli che conosci".
Ne ho parlato anche con l'avvocato: stai attento, perché ti denuncio.

Paura.
Qualcuno ti racconta di me.
Chi è? Sai tutto.
Non mi posso fidare degli amici. E mi sento tradita.

Sì, dai, abiti troppo lontano (e, se vogliamo dirla tutta non hai neanche le palle per metterti in macchina e raggiungermi sotto casa).
Così mi è andata alla grande, e non ti vedo da più di dieci anni.
Ma non è molto che ho ricevuto il tuo ultimo messaggio e i tuoi squilli a vuoto...

Mi chiederai perché non ho mai cambiato il mio numero: perché non voglio.
Non voglio rinunciare a nulla, di quello che è la mia vita, per causa tua.

Non lo meriti.

Immagine da  www.interno.gov 

giovedì 19 novembre 2015

LA "ZIA" MARIA LUISA. E GLI 'NZUDDI SICILIANI

Come una zia.
Più di una zia.
Questo sei stata per me, Maria Luisa.

Da sempre amica del cuore della mamma, mi hai voluto bene già prima che io nascessi.
Tuo, il primo regalo per il mio battesimo.
Tuoi, doni sempre bellissimi per i miei compleanni: la copertina ricamata, il "Gallo d'oro" di Puskin con preziose decorazioni, la tovaglietta con le papere e il portaburro in porcellana con il mio nome in blu...

Ci vedevamo di rado, ma tu e la mamma eravate settimanalmente in contatto: facevate lunghe telefonate la domenica pomeriggio, mentre i rispettivi mariti facevano il tifo per il Chievo.

Non sono molti i ricordi che ho di te e, se scavo nella memoria, affiorano solo sensazioni.
L'immagine di una donna sottile, con i capelli scuri.
Sobria e curata.
Semplice e raffinata nei modi e nell'animo.

Posso invece ricordare perfettamente la tua voce, e il tuo modo di parlare contenuto e affettuoso.

Sai, Maria Luisa, ricordo benissimo il tuo matrimonio.
Avevo dodici anni, ero timidissima e con un sacco di complessi.
La mamma mi aveva fatto confezionare un vestitino "anni '60", abbinato a dolorose scarpe di vernice e a una piccola borsa di perline gialle.
Mostrava a tutti con orgoglio le mie terribili "calze lunghe" bianche a rete irregolare, che, come diceva, erano le prime della mia vita.
Mi vergognavo come una ladra e, dentro di me, giuravo che sarebbero state anche le ultime.
E poi, al nostro tavolo del ristorante, sei arrivata tu.
Con il vestito bianco e un sorriso affettuoso. Entrambi di una semplicità disarmante.
Ti sei rivolta a me con la tua consueta dolcezza.
E mi sono sentita di nuovo bene.

Hai lasciato un grande vuoto, quando te ne sei andata.
Eri una donna speciale, e non poteva essere altrimenti.

Ma sei rimasta nel nostro cuore, e nei nostri discorsi.

Emanuela, tua figlia, per noi è "la figlia della Maria Luisa". 

Oggi, lei e io siamo diventate amiche.
Anzi, visto che nessuna delle due ne possiede una, abbiamo deciso di considerarci "sorelle".

Ci ripromettiamo sempre di prendere un caffè insieme.
Magari anche una pizza.
Purtroppo,  non ci riusciamo mai.

Emanuela è una delle mie fan più accanite.
Ed è forse l'unica  a ricordare il compleanno di questo blog.

E' sempre un piacere chiacchierare con lei, che ti somiglia tanto.
E anche la mia mamma, nel profondo, l'ha "adottata".

Mi chiedo perché te lo racconto, cara Maria Luisa.
Sono sicura che tu, tutto questo, lo sai già...


'NZUDDI
(farà inorridire i puristi siciliani, ma questa è la mia personalissima rivisitazione della ricetta di www.dolcisiciliani.net; le dosi sono per 15 'NZUDDI; ho usato il Bimby, ma si possono impastare anche in altri modi; li ho cotti nel forno Gaggenau) 

CHE COSA SERVE?


- 100 g di MANDORLE bianche
- 50 g di SCORZA di ARANCIA CANDITA
- 125 g di FARINA 00
- 125 g di AMIDO di FRUMENTO
- 200 g di ZUCCHERO semolato
- SALE
- 1/2 bustina di LIEVITO VANIGLIATO
- 1/2 cucchiaino di CANNELLA
- 20 g di MIELE
- 1 ALBUME d'UOVO
- LATTE q.b. (circa 100ml)
- 15 MANDORLE con la pellicina (per guarnire)

COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 185°C.

2. INSERISCO nel boccale le MANDORLE bianche, le frullo per 40" a velocità 6.

3. AGGIUNGO le SCORZE di ARANCIA CANDITE, frullo ancora per 40", velocità 6.

4. UNISCO la FARINA 00, l'AMIDO di FRUMENTO, lo ZUCCHERO, il SALE, il LIEVITO VANIGLIATO e la CANNELLA. Frullo a colpetti per miscelare gli ingredienti secchi.

5. AGGIUNGO ora il MIELE, l'ALBUME e, gradatamente, il LATTE. Continuo a frullare a velocità 4/5 finché l'impasto non raggiunge una consistenza densa ma abbastanza appiccicosa.

6. PREPARO 15 PIROTTINI nelle concavità delle teglie da muffin.

7. TRASFERISCO l'impasto in un SAC A POCHE senza puntale, ne taglio la punta e riempio i pirottini fino a metà.

8. GUARNISCO appoggiando al centro di ogni dolcetto una MANDORLA con la pellicina.

9. INFORNO e CUOCIO per 15 minuti a 185°C, poi apro il forno per qualche istante in modo da raggiungere una temperatura più bassa, e continuo per altri 5 minuti la cottura a 100°C (coperti con alluminio).

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA ***

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giovedì 12 novembre 2015

"LA GAZZETTA DEL GUSTO", L'INTERVISTA (E LA MIA VERZA AL FORNO CON PANCETTA AFFUMICATA)

Pignolo come pochi. Piacevolmente pignolo.
Questa, a mio parere, è la definizione perfetta per Enzo Radunanza.

Enzo è il direttore de "La Gazzetta del Gusto", rivista online di gastronomia e alimentazione dedicata ai buongustai.
E' un uomo che lavora sempre. E lavora molto bene.
"La Gazzetta del Gusto" è curata nei particolari, ha una bella grafica, è priva di refusi.
Questa rivista online, anche grazie a una redazione appassionata ed efficiente, segue i maggiori eventi food, parla di prodotti tipici regionali, di ristoranti & company, di "attori del mondo del cibo e del vino".

Ebbene, Enzo, la settimana scorsa, tra questi "attori" ha scelto me.
E, insieme alla redattrice Gabriella Gasparini, che già conoscete, mi ha dedicato la bella intervista che trovate qui sotto.

Ringrazio di cuore entrambi per lo spazio che mi hanno voluto riservare.
Ma, soprattutto, per le belle parole che hanno usato per descrivermi...



Valeria De Rossi, dentista, food blogger e appassionata di cucina, è un personaggio straordinario e ricco di sfumature. Una donna brillante, curiosa, piena di entusiasmo e che mette il cuore in tutto quello che fa. Ma ha un sogno nel cassetto non ancora realizzato…


Valeria De Rossi, dentista di professione ma appassionata di cucina e soprattutto di dolci, l’ho conosciuta qualche mese fa e, di lei, mi ha colpito l’allegria, la solarità e la disponibilità al contatto umano. Con lei ho trovato subito delle affinità perché è tenace, molto competente nel proprio lavoro e si applica con dedizione alla sua passione: i dolci.

Nel suo blog “Pane per i Tuoi Denti” racconta di sé, delle sue ricette, della sue avventure in cucina e nella vita: “divagazioni di una dentista in cucina” come lei stessa ama dire. Ha partecipato a programmi TV come “2 Chiacchiere in Cucina” in onda sulla 7 Gold, il giornale “L’Arena” le ha dedicato un ampio servizio e il prestigioso mensile “La Cucina Italiana” ha parlato di lei e ha pubblicato la sua squisita Torta tigrata alle mandorle.

Ciao Valeria e grazie di averci concesso questa intervista. Come presenteresti Valeria De Rossi?
Sono una donna di cinquantanove anni che vive a Verona dove svolge la libera professione di odontoiatra. Ho una famiglia e degli amici, sono una “matrigna” che ama con tutto il cuore i propri “tati”, una nonna che non ha avuto figli (i miei nipotini, di cui sono perdutamente innamorata, sono in realtà i nipoti di mio marito), la zia dei miei adorati Marcello e Valerio. Entusiasta di natura, pignola per professione, amo leggere, conoscere luoghi lontani, cucinare, fotografare e usare il mio Mac. Part time, sono – appassionatamente – una food blogger. Ovviamente ho anche dei difetti: sono permalosissima e per niente sportiva.

Raccontaci qualcosa del tuo blog
Si chiama “Pane per i tuoi denti” (www.paneperituoidenti.it), è la mia creatura e il mio hobby più longevo. Da quattro anni, settimanalmente, gli dedico quasi tutto il mio – scarso – tempo libero. Quelli che propongo sul blog sono piatti semplici, da poter preparare in tempi brevi, ed essenziali; non amo le spezie, che uso con parsimonia. I dolci sono il mio cavallo di battaglia: non so dirvi se preferisco farli o mangiarli. Grazie al blog, ho conosciuto mondi e persone meravigliosi, di cui vorrei tanto essere all’altezza.

Com’è nata la tua passione per la cucina e per i dolci?
E’ stata mia nonna materna a farmi appassionare alla cucina. La nonna Carolina era bravissima e, in tutto ciò che faceva, metteva il cuore. Purtroppo, non ha mai lasciato nulla di scritto. Per questo, ho deciso di mettere “nero su bianco” le mie ricette: perché i miei nipoti, un giorno, possano ritrovare i piatti della loro infanzia e magari ricordarsi di me. Per quanto riguarda i dolci, ho cominciato a prepararli fin da ragazzina e non ho mai smesso!

Quali piatti preferisci, oltre ai dolci?
Assolutamente i lievitati: la fugassa ligure, quella pugliese con i pomodorini, la pita greca, i buns americani ma anche sfiziosità come i gaufres de pommes de terre (una sorta di waffle francesi alle patate, ottimi con il nostro Gorgonzola) o le torte salate. La torta salata preferita in famiglia è, in assoluto, quella farcita con le cipolle di Tropea. Un cenno alle vellutate, il “comfort food” che personalmente apprezzo moltissimo: in particolare quelle che contengono patate o zucca.

Come è nata la tua collaborazione con “La Cucina Italiana”?
Tutto è nato con una banale e-mail inviata nell’agosto dell’anno scorso: “Sono una dentista-blogger”, più o meno questi i concetti che esprimeva, “Vi va di ospitarmi nella vostra rubrica dedicata ai lettori?”. E così, mi sono ritrovata nel sancta sanctorum del mensile food più antico e importante d’Italia. L’emozione era grande, ma la gentilezza e il garbo di chi mi circondava mi hanno messa immediatamente a mio agio. Tanto che ho avuto l’impressione di trovarmi tra amici di vecchia data.

Cosa dicono i tuoi pazienti sulla tua passione?
Odontoiatria e pasticceria: due arti che sembrano inconciliabili e, invece, sono tanti gli strumenti odontoiatrici che possono ricordare quelli dei maestri pasticcieri. Certo, i dolci fanno male ai denti e si può pensare che questo mio hobby nasconda un conflitto d’interessi. Ma neanche questo è vero, perché, in tutte le trasmissioni cui ho partecipato, ho ricordato di usare filo e spazzolino. Moltissimi miei pazienti hanno piacevolmente scoperto di avere una passione in comune con la propria dentista.

Segui anche corsi di fotografia. Come ti è venuta l’idea?
Se me lo chiedi, carissima Gabriella, significa che fortunatamente non hai visto le vecchie immagini del mio blog e la loro evoluzione. So esattamente come vorrei che fossero le mie prossime foto ma, purtroppo, non sono ancora in grado di ottenerle. Per questo, sono partita dalle basi, ho poi seguito un workshop dedicato al food e, prossimamente, intraprenderò un corso di livello intermedio. Per me è un impegno notevole ma inizia a dare i suoi frutti.

Hai pubblicato anche un libro che si può scaricare gratuitamente, dove lo troviamo?
Ormai è tradizione che, a Natale, io regali agli amici un mio foto-libro gastronomico. Nel 2013 ho pubblicato “ZeroZero”, che conteneva ricette a base di farina; l’anno scorso, è nato “σοκολατα” (in greco: “Sokolata”) dedicato ai miei dolci a base di cioccolato. Sentivo però il bisogno che questo dono venisse esteso a tutti i miei lettori e, da qui, la decisione di farne dei PDF scaricabili gratuitamente. La raccolta “ZeroZero” di ricette a base di farina si può scaricare cliccando su questo link mentre il libro di ricette dedicato ai miei dolci al cioccolato si scarica da qui.

Sono in programma altri libri?
Il prossimo libro sarà pronto per Natale 2015: lo troverete sul blog “Pane per i tuoi denti”. Non chiedermi l’argomento, perché sarà una sorpresa.

Quanto tempo dedichi alla tua passione che è la cucina?
In realtà, le mie passioni sono due: la cucina e la mia professione che amo perché coinvolge le mani (indispensabili), la testa (per essere una buona dentista non bisogna mai smettere di studiare) e il cuore (il rapporto umano con il paziente è bellissimo e fondamentale). Adoro la tecnologia, presente nel mio studio come nella mia cucina. La maggior parte del mio tempo la trascorro nel mio luogo di lavoro ma, frammentata in vari momenti della settimana, almeno una giornata è dedicata alla cucina, alla fotografia e al mio amatissimo blog.

Hai un sogno nel cassetto?
Si. Una casetta in riva al mare, una cucina attrezzatissima con un’immensa finestra sull’azzurro, un terrazzo dotato di tavolino e wi-fi per poter scrivere i miei post guardando le onde. E, naturalmente, un mare in cui tramonti il sole.

VERZA AL FORNO CON PANCETTA AFFUMICATA

(dosi per una teglia da forno da cm 30 x cm 40; ho usato il forno Gaggenau)

CHE COSA SERVE?

- OLIO extra vergine di oliva q.b.
- CIPOLLA tritata q.b.
- SALE
- 1 VERZA piuttosto grossa
- 200 g di PANCETTA AFFUMICATA affettata 

COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 200°C.

2. AFFETTO la VERZA a listarelle larghe circa 1,5 cm.

3. TAGLIO la PANCETTA AFFUMICATA in quadrotti di cm 2 x cm 2 circa.

4. VERSO in una teglia antiaderente rettangolare 3 o 4 cucchiai di OLIO EVO, aggiungo la CIPOLLA  tritata e un po' di SALE. Mescolo con un cucchiaio di legno, in modo che tutta la cipolla sia impregnata di olio.

5. METTO in FORNO la teglia e lascio soffriggere fino a quando la cipolla non diviene bionda (questo termine mi piace particolarmente, perché lo utilizzava la nonna Carolina). N.B.: Attenzione che la cipolla non bruci!!!

6. AGGIUNGO la VERZA a listarelle, un po' di SALE e, se necessaria, qualche altra cucchiaiata di OLIO. Mescolo con una paletta di teflon. Copro la teglia con un coperchio o una placca per il forno.

7. LASCIO in FORNO per circa 1 ora, cuocendo a step di 15 minuti ciascuno, al termine dei quali mescolo con una paletta di teflon. Se necessario, bagno la verza con qualche cucchiaiata d'acqua. 

8. UNISCO la PANCETTA AFFUMICATA a quadrotti e cuocio per altri 15 minuti prima di togliere dal forno.

9. LA SERVO calda o tiepida (ma il giorno successivo è ancora migliore).

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giovedì 5 novembre 2015

L'AUSTRALIA, LA NONNA CAROLINA E LA RICETTA DELLE FAVETTE

Carissima Adriana,

la tua richiesta della ricetta delle FAVETTE ha creato un caso internazionale: non sai quante persone, dopo averla vista su Facebook, mi hanno domandato informazioni su questo dolce!

Mi pare ancora impossibile che, dall'altro capo del mondo (tu vivi in Australia), qualcuno si interessi al mio blog e ai miei piatti.
E che, addirittura, utilizzi post come quello dedicato ad Agrigento per fare lezione.

Mi sembra di vederti, Adriana, con i tuoi "ragazzi" dell'Università della Terza Età.
Mi sembra di sentire la tua voce che legge il mio articolo in un'aula piena di luce.
E, avendo a suo tempo frequentato l'Università della Terza Età di Verona, mi sermbra di rivivere quell'energia e quell'entusiasmo che le persone non più giovanissime riescono a mettere in tutto quello che fanno.

Grazie, cara Adriana.
Grazie a te e ai tuoi allievi.
Mi avete dato grandissime soddisfazioni.
Farò del mio meglio per meritarle.

Un abbraccio a tutti.

Valeria



Eccola qui, la ricetta delle FAVETTE.

L'ho riproposta con nuove foto, qualche aggiornamento, ma lo stesso post dedicato un anno fa alla nonna Carolina.

Perché, alla nonna, sono queste le cose che vorrei dire...



POST DEL 2 NOVEMBRE 2014:


Non ci posso credere: oggi avresti compiuto CENTO anni.

Per me, però, sarai sempre la meravigliosa donna che, quarantaduenne, è diventata nonna.
La mia nonna.
La Nonna Carolina.

Oggi, di anni, io ne ho cinquantotto. E il conto è presto fatto.
Ma nel cuore, quando ti penso, mi sento ancora la tua bambina.

A volte mi chiedo come sia possibile che un affetto come quello che ci lega possa rimanere così intenso anche oltre la morte, oltre il tempo.

Non mi manchi, nonna.
Perché mi sei sempre vicina.
Comunque.
Dovunque.

E' quello che era il tuo regno, il luogo dove sei più spesso al mio fianco: la cucina.

I tuoi piatti erano perfetti.
Li potevi rifare mille volte, senza commettere un errore.
Eppure non hai mai pesato un ingrediente.
Non hai mai assaggiato ciò che preparavi.
E, purtroppo, non  hai mai trascritto una ricetta.

Dopo una vita di sperimentazioni, oggi mi accorgo che i cibi che cucino somigliano sempre di più a quelli che ci preparavi tu.
Anche se, nonna, io di errori ne commetto tanti.
E peso gli ingredienti al grammo.
E assaggio alla grande.

Soprattutto, trascrivo le ricette.
Per i miei amici.
Per me.
Per il mio nipotino.
E, un po', anche per te.

Ti voglio bene.

Valeria

Per il tuo compleanno, nonna, ti dedico la ricetta del tuo dolce preferito:


LE FAVETTE


CHE COSA SERVE?
(dosi per circa 60 favette) 

- 180 g di MANDORLE sbucciate e spellate
- 190 g di ZUCCHERO a VELO
- i semi di mezzo baccello di VANIGLIA
- un pizzico di SALE
- 1 ALBUME d'UOVO
- 1 cucchiaino di CACAO
- COLORANTE ALIMENTARE ROSSO in gel
- COLORANTE ALIMENTARE GIALLO in gel

COME FACCIO?
(ho usato il Bimby / Thermomix, ma può andar bene qualsiasi robot; ho cotto le favette nel forno Gaggenau) 

1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 135°C.

2. FRULLO nel boccale le MANDORLE con lo ZUCCHERO, il SALE e i semi di VANIGLIA: velocità 10 per 40 secondi.

3. UNISCO l'ALBUME e frullo per 20-30 secondi a velocità 5 (ne deve risultare un IMPASTO PIUTTOSTO CONSISTENTE).

4. SUDDIVIDO il composto in QUATTRO PARTI. Ne metto da parte una piccola quantità, che lascerò naturale.

5. RIMETTO nel boccale la seconda porzione: aggiungo pochissimo COLORANTE ALIMENTARE GIALLO, frullo a velocità 10 fino a quando il colore non sarà uniforme, quindi tolgo l'impasto dal boccale.

6. INSERISCO nel boccale la terza porzione: aggiungo pochissimo COLORANTE ALIMENTARE ROSSO, frullo a velocità 10 fino a quando il colore non sarà uniforme, quindi tolgo l'impasto dal boccale.

7. INSERISCO nel boccale la quarta porzione: aggiungo un cucchiaino di CACAO AMARO, frullo a velocità 10 fino a quando il colore non sarà uniformemente marrone, quindi la tolgo dal boccale.

8. CON I QUATTRO IMPASTI, formo tre "serpentelli" (del diametro di 2-3 cm.), che successivamente TAGLIERO' in segmenti di 2 o 3 cm. ciascuno. E' possibile anche formare favette multicolor, unendo i vari impasti (si può partire anche dall'unione di più "serpentelli",  che verranno successivamente tagliati a pezzetti).

9. CON IL PALMO delle mani, formo delle PALLINE, che disporrò su due LECCARDE del forno foderate con CARTA FORNO. E' importante tenere le favette abbastanza distanziate l'una dall'altra (su una teglia ce ne stanno circa 30-35).

10. INFORNO e CUOCIO per circa 15-20 minuti o fino a quando, in superficie, non si formeranno delle piccole crepe.

11. LASCIO RAFFREDDARE completamente prima di servire.


SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ****