venerdì 27 marzo 2015

OH MY DARLING CLEMENTINE... OVVERO: QUANDO I MANDARANCI INCONTRANO IL CAKE

Ho deciso di chiamarlo come la canzone, questo cake: era un motivetto che da piccola adoravo.
Mi faceva immaginare di essere una bionda texana con tanto di treccia e di vestitino bianco con le maniche a sbuffo.

Forse, nella vita, qualche abitino bianco l'avrò anche acquistato. Sicuramente pochi, e NON con le maniche a sbuffo.

Le meches mi mantengono bionda anche in questa fase di canizie.

Ma la treccia, purtroppo, i miei capelli ultra diritti non l'hanno mai accettata!


Visto il successo incontrato dal PAN D'ARANCIA, avevo preparato questa ricetta per un noto sito.

Purtroppo, io (tra i molti altri) ho un difetto fondamentale: sono estremamente permalosa.
Così, quando alcune utenti del sito in questione, nascondendosi dietro l'anonimato di un nickname e di un avatar, mi hanno inviato pubblicamente commenti polemici, ho deciso che quella strada non faceva per me...

Nemmeno sotto tortura vi dirò di che piattaforma si trattasse: chi mi conosce, sa quanto io cerchi sempre di mantenermi politically correct.

Comunque, questa ricetta verrà pubblicata solo qui: sul mio piccolo bloggino di provincia, che tanto amo e al quale dedico tutto il mio scarso tempo libero.
E la dedico alle persone che da sempre mi seguono con tanto affetto...

"OH MY DARLING CLEMENTINE"

CHE COSA SERVE?
(si può impastare con qualsiasi tipo di robot)

- 2 CLEMENTINE bio sbucciate e tagliate a pezzi
- 2 CLEMENTINE bio con la buccia, ben lavate e tagliate a pezzi
- 300 g di FARINA 00 (setacciata)
- 250 g di ZUCCHERO semolato
- 125 g di OLIO DI RISO
- 1 fiala AROMA LIMONE
- 3UOVA
- 80 ml di LATTE (circa)
- SALE
- 1 bustina di LIEVITO VANIGLIATO (setacciato)
- ZUCCHERO DI CANNA per guarnire


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO a 180°C (ventilato).

2. TAGLIO a pezzetti le CLEMENTINE.

3. INSERISCO nel boccale TUTTI gli INGREDIENTI (comprese le CLEMENTINE, ed eccetto il lievito). FRULLO per 20/30 secondi a velocità 7/8.

4. AGGIUNGO il LIEVITO VANIGLIATO e frullo ancora per 6/8 secondi a velocità 6.

5. VERSO l'impasto in uno STAMPO da PLUM CAKE da circa 26-28 cm, foderato con CARTA FORNO.

6. SPOLVERIZZO la superficie con ZUCCHERO di CANNA. Per ottenere l'effetto ondulato, distribuisco lo zucchero in più strisce oblique.

7. INFORNO e CUOCIO per 45 minuti circa.

8. LASCIO RAFFREDDARE su una GRIGLIA.


SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA *

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venerdì 20 marzo 2015

"LESSICO FAMIGLIARE B." E LA VELLUTATA DI ZUCCA CON PATATE E SALVIA

Domenica pomeriggio in famiglia: scrivo con il Mac di Manu mentre gli altri giocano rumorosamente a carte sopra una vecchia tovaglia a quadri bianchi e rossi.

Il Paffu tiene il punteggio su un blocchetto della ditta, brandendo nella mano destra una BIC e, nella sinistra, un 5, un 6, un 8 e un 2 di semi diversi.

La zia Fiore, per l'occasione, si è ritoccata il trucco e sfoggia un delizioso rossetto rosa corallo.
Manu mette e toglie i suoi occhiali bicolori e bisticcia spiritosamente con Ale, il suo maritino nonché nostro genero.
Sotto il tavolo, il cagnolino Artù si augura che qualcuno gli dia retta...

Sorseggiamo il té nelle tazzone da colazione di Manu: tutti gli anglofili lo bevono con il latte; io, più provinciale, con il limone.
Avrei voluto berne meno, ma mi ci voleva una certa quantità della mia bevanda preferita per digerire il numero esagerato di dolcetti siciliani (omaggio di un collega di Fiore) che mi sono sbafata!

Manu, inizialmente, mi suggerisce che Paffu bara, segnando a se stesso dei punti in più.
Poi il dubbio viene chiarito, e il Paffu riacquista la propria credibilità.

La zia Fiore si sta arrabbiando: incolpa le carte, nuove di palla, dei propri insuccessi.
"Cinque", urla. Se mi lasciate un attimo, posso tentare di capire il significato di questo numero...
Oddio, adesso tutti urlano "Cinque!!!".

Tutti, tranne la furbissima Manu che esclama invece "Zero": infatti, la sua scelta è la migliore.
Del resto, quando Manu imposta il gioco, è evidente, nessuno sballa.
Non so proprio che cosa significhi, tutto questo: le ultime due righe me le ha letteralmente dettate lei.

"Non fate nulla, adesso", dice la zia lanciando un 2 di fiori.
E finalmente ha azzeccato un giro!
Se ne vanta orgogliosamente e incomincia a distribuire la carte lamentandosi di qualcosa che è "drammatico".

Silenzio.
Riprende il gioco.
Il Paffu canticchia: segno che è nervoso.
Ora sembra che le cose gli vadano meglio, vista la faccia da fighetto che sfoggia.

Li guardo tutti, uno a uno.
Penso che, senza di loro, la mia vita sarebbe ben diversa.
Sono loro grata per avermela riempita con la loro fame, il loro trambusto, le loro risate.
E li ringrazio, nel cuore, per avermi accolta con tanto affetto nella loro meravigliosa famiglia.


Per la cena di stasera, ai miei cari, quasi tutti appassionati della più nota delle cucurbitacee, ho preparato... 

"LA VELLUTATA DI ZUCCA CON PATATE E SALVIA"
(la ricetta è di Ivan, un mio carissimo paziente; ho usato un mixer termico, ma si può fare anche in modo tradizionale)

CHE COSA SERVE?
(dosi per 5 - 6 persone)

- 2 cucchiai di OLIO EVO
- 1/4 di CIPOLLA tritata
- 800 g di ZUCCA
- 2 PATATE medie, pelate e a pezzetti
- 600 ml circa di ACQUA BOLLENTE
- 150 ml circa di LATTE
- DADO VEGETALE q.b.
- SALVIA

COME FACCIO?

Preparo la zucca: 
(utilizzo questa tecnica perché, pulendo la zucca cruda, temo di tagliarmi; se si usa la zucca a pezzi acquistata al supermercato, questo passaggio può essere evitato) 
 
1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 200°C.
2. CON UN COLTELLO a mandorla (quello che si usa per il parmigiano), a distanza di 5-7 cm. l’uno dall’altro, pratico una serie di piccoli TAGLI su tutta la scorza della zucca. 
3. METTO la ZUCCA in FORNO in una teglia coperta di carta forno.
4. CUOCIO per circa UN’ORA (o almeno fino a quando la zucca non risulterà morbida). La lascio raffreddare nel forno.
5. UNA VOLTA che si è RAFFREDDATA, svuoto la zucca della PARTE FILOSA centrale ed elimino la SCORZA.

Preparo la vellutata: 
1. INSERISCO nel boccale l'OLIO e la CIPOLLA, soffriggo 3 minuti, 100°C, velocità 1.
2. UNISCO la ZUCCA e le PATATE, FRULLO 30 secondi a velocità 8, riporto il pezzetti sul fondo con una spatola, FRULLO ancora 30 secondi a velocità 8.
4. AGGIUNGO l'ACQUA, il LATTE e il DADO VEGETALE, FRULLO per 15 secondi a velocità 5 (attenzione agli schizzi di acqua bollente!).
5. CUOCIO per 30 minuti, 100°C, velocità 1.
6. AGGIUSTO di SALE e rivaluto la CONSISTENZA della vellutata (eventualmente unisco ancora un po' di dado e/o di acqua bollente).
7. SERVO con SALVIA tritata (o con foglioline di SALVIA). 
N.B.: A me piace molto così, ma si può spolverizzare con parmigiano ed, eventualmente, condire con un filo d'olio.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA *


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venerdì 13 marzo 2015

MARCELLO, LO CHEF FABIO POTENZANO E LE CROCCHETTE DI MAIALE CON SCHIACCIATINA DI MELE

Caro Marcello, 

permettimi prima di tutto di spiegare a chi non ti conosce che sei il figlio di mio fratello: in una parola, il mio primo, amatissimo nipote.

Sei nato in un giorno di giugno di diciannove (anzi, quasi venti) anni fa.

Alla notizia della tua nascita ho pianto.
Per la commozione.
Ma anche perché, nel profondo, avrei tanto voluto che quel bambino paffuto e capellone fosse il mio. 

Nei primi mesi, se ti prendevo in braccio, frignavi come un ossesso: forse avvertivi la mia paura di farti male (non dimenticare la mia scarsa dimestichezza con i neonati!). 
Un po' alla volta, però, hai incominciato ad abituarti a questa zia un po' goffa, e da qui è stato tutto bellissimo.

Il tuo primo compleanno ha coinciso con i tuoi primi passi (in giardino, da una sdraio all'altra) e con il tuo primo trattore.
Lo guardavo da anni, quel trattore blu, esposto davanti al negozio di giocattoli di via Fincato.
E da mesi l'avevo comprato.
In seguito, ho scoperto che proveniva dal magazzino all'ingrosso di quello che sarebbe poi diventato il nostro zio Paffu.

Sono infinitamente grata ai tuoi genitori per averti permesso, finché eri piccolo, di passare del tempo con me: quanti sono i "nostri" momenti, che ricordo con dolcezza!

Quella volta al parco giochi, per esempio.
Nessuno voleva credere che tu non fossi mio figlio.
"Ma è identico a lei, signora!", mi dicevano.
E io a gongolare...

O a casa mia, a vedere il film di Bambi.
Con te che correvi per la stanza, scivolando sul pavimento per imitare il cerbiatto dei cartoni.

La tua antipatia per il quadro di Jackson Pollock che faceva da testata al mio letto.
Dovevo coprirlo con una serie di disegni di paperette, per riuscire a portarti a fare il riposino!

Ricordo i nostri tragitti in auto, la mitica Ypsilon blu metallizzata.
Ascoltavamo Battiato a manetta: credo che, una delle tue prime canzoni, sia stata proprio "Cuccurucucù", che storpiavi in "Ahiahiahiahiahi, tatana!".

Seduto dietro (non erano ancora obbligatori i seggiolini), bevevi succo all'albicocca.
Ne versavi una quantità adeguata sul sedile e poi mi chiedevi "Zia, posso spolcale?".

Definivi "a confetto" i finestrini a compasso.
E ti facevi legare con la "ciuciuna" di sicurezza.

Durante i nostri "viaggi", questa perfida zia tentava addirittura di insegnarti l'alfabeto greco: alfa, beta, gamma, delta...
Il tutto nella speranza di indirizzarti al liceo classico.
Tu hai preferito lo scientifico.
Ma Storia, la facoltà che hai scelto, dimostra che le zie hanno sempre ragione.

L'ultimo ricordo di un Marcello bambino è sempre in auto, a ripassare l'anatomia di occhio e orecchio.
E una successiva partita a tennis, giocata più sui corridoi esterni che nel campo.
Partita di cui, da qualche parte, ci dev'essere ancora una documentazione fotografica.

E poi... è stato come nella canzone di Vecchioni: "Bimbo mio, che strano sogno, voltarsi intorno e non vederti più".

Se, nei miei ricordi, cerco immagini della tua adolescenza, fatico a trovarle. 
Ora il mio Marcello è un uomo, con tanto di barba e pomo d'Adamo.

Abbiamo passato una settimana insieme, in settembre: mi hai seguito ovunque, dalla mattina alla sera.
Arrivavi per colazione, stavi con me in sudio e te ne andavi la sera a ora di cena.
All'inizio, questa "convivenza" mi è sembrata strana (in fin dei conti, non sono mai stata abituata ad aver ragazzi per casa).
Ma è bastato pochissimo perché questa nuova situazione mi coivolgesse.
E, ti confesso, ancora oggi mi spiace che sia finita.

Ogni tanto mi telefoni.
Ma, povero Marci, pare che i nostri orari non coincidano: mi becchi sempre indaffaratissima!
Quando ti richiamo io, sei tu ad avere lezione.
Poche parole, di corsa. 
Ma è bello ugualmente!

Abbiamo frequentato insieme un corso di cucina.
Un tot di serate a tema, nell'immensa struttura di un istituto alberghiero.
Usavamo teglie e mestoli talmente grandi, che mi sentivo un topino come il Remy di Ratatouille! 
In quell'occasione, sei stato gentilissimo, e ti sei sobbarcato i compiti a me più sgraditi: pulire il pesce e friggere.
Sono tante le ricette che lo chef Fabio Potenzano ci ha insegnato (tra cui quella di questo post).
La nostra competenza culinaria si è accresciuta.
Ci siamo divertiti da matti.
Ma la cosa che, più di tutte, ricorderò di quel corso, è la gioia che ho provato a condividerlo con te.

"Cucinare è come amare", ha detto qualcuno.
Cucinare insieme a una persona cara è amore puro, aggiungo io.
E quando questa persona è un nipote come, te, Marcello, è anche una gioia immensa.

Ti voglio bene.

Zia Valeria

"LE CROCCHETTE DI MAIALE CON SCHIACCIATINA DI MELE"
(la ricetta è del mio maestro Fabio Potenzano, che ringrazio di cuore; ho usato il mixer, ma le crocchette possono essere impastate anche con metodiche tradizionali)

CHE COSA SERVE?

Per le crocchette:
- 300 g di PANCETTA AFFUMICATA
- 500 g di MACINATO DI MAIALE (o misto maiale e rognone)
- TIMO
- SALE 
- PEPE
- 2 UOVA
- 150 g di MANDORLE a LISTARELLE
- 150 g di GRISSINI tipo Torino tritati grossolanamente
- OLIO per FRIGGERE

Per la schiacciatina di mele:
- 4 MELE Granny Smith
- 20 g di BURRO
- 20 -25 g  di ZUCCHERO


COME FACCIO?

Preparo le crocchette:

1. INSERISCO la PANCETTA AFFUMICATA tagliata a tocchetti nel boccale del Bimby. La TRITO finemente.

2. AGGIUNGO il resto della CARNE MACINATA, il TIMO, il SALE e il PEPE e TRITO ancora.

3. CON LE MANI, formo delle PALLINE un po’ più grandi di una noce. Le faccio rotolare tra le dita, allungandole un po’.

4. PASSO le crocchette nell’UOVO SBATTUTO, le SGOCCIOLO bene e le faccio poi rotolare in un mix di GRISSINI tritati grossolanamente e MANDORLE tagliate a listarelle.

5. FRIGGO le CROCCHETTE in olio a 175°C.

6. NEL FRATTEMPO, PRERISCALDO il forno a 100°C.

7. MANTENGO calde le CROCCHETTE nel FORNO preriscaldato.


Preparo la schiacciatina di mele verdi:

1. SBUCCIO le MELE e le TAGLIO a fettine.

2. IN UN TEGAME di media altezza, CUOCIO le MELE con lo ZUCCHERO e il BURRO fino a quando non riesco a schiacciarle con una forchetta.


Assemblo:

1. IMPIATTO le CROCCHETTE con la SCHIACCIATINA di MELE.

2. GUARNISCO con INSALATINA e qualche goccia di GLASSA all’ACETO BALSAMICO.

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mercoledì 11 marzo 2015

LA TORTA TIGRATA ALLE MANDORLE STEP BY STEP IN TV... ED E' ANCHE SU YOUTUBE!!!

Oggi, durante la trasmissione "2 CHIACCHIERE IN CUCINA" di 7GOLD, ho preparato davanti alle telecamere la mitica TORTA TIGRATA ALLE MANDORLE!!!

Ringrazio di cuore tutto lo staff, e in particolare Anna Martellato, Enrico Bianchi, Ilenia Bazzacco, Silvia Passuti, che mi hanno fatto sentire come nella mia cucina.

La registrazione verrà riproposta sabato 14 alle ore 12,30 (Triveneto), 13,30 (Emilia Romagna), 11,00 (Marche).

In alternativa, è possibile rivedere la puntata su You Tube seguendo questo link:
 https://www.youtube.com/watch?v=8fP-5SaMwHw

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sabato 7 marzo 2015

FELICE 8 MARZO!!! CON LE MIMOSE DI CIOCCOLATO BIANCO E RISO SOFFIATO

Bellissimo!!! Festeggerò la FESTA della DONNA con un corso di cucina!

Il corso si terrà a casa di Sonia, persona deliziosa, sempre allegra e sorridente.
Come sono felice di rivederla!

Ma... che cosa posso portarle?
Dato che l'argomento del corso è il riso, e che, come già detto, c'è in ballo la festa della donna, perché non creare un dolce che metta insieme i due concetti?

Tutti ormai sanno quanto poco io sia creativa, ma qui ho superato me stessa: mimose di riso soffiato e cioccolato bianco.

Primo esperimento l'altra sera, con il Paffu: approvati il sapore e, più o meno, la forma delle "mimose".

Secondo problema: il giallo.
Per il cioccolato sono necessari colori liposolubili, che non sono facili da reperire.
Li ho trovati in un antico aromificio veronese, Zanardi, presso il quale si riforniva anche la nonna Carolina.
Una signora gentilissima mi ha guidata in quella specie di Paese dei Balocchi, dal quale non volevo più uscire.

Terzo problema: le foglie.
E qui non ci sono banane: le foglie di mimosa non si trovano.
Per cui, ho dirottato sull'uso dei pirottini verdi, sfidando il rischio di far sembrare le mie mimose dei broccoletti gialli...

La ricetta è semplicissima, il risultato simpatico.
Mi sento quasi una food blogger con delle idee.
Questa entusiasmante sensazione dura fino a quando non mi viene l'insana ispirazione di digitare "mimose-cioccolato-riso-soffiato" nella finestra di Google... e scopro che qualcuno, un dolce simile a questo, l'ha inventato prima di me!

Nota: Per correttezza, vi comunico che, proprio in questi giorni, Dolce Fantasia ha postato una ricetta praticamente uguale alla mia, ma eseguita in maniera tradizionale. Vi assicuro che non l'avevo vista e che mi sono ispirata - per il temperaggio - unicamente al libro Bimby "Il Senso del Cioccolato". Sul web, si trovano mimose preparate con fusione bagnomaria del cioccolato anche nel video di Merynga, postato nel 2012 (è quello a cui mi riferisco nel testo). Un'ulteriore ricetta, completamente diversa da quella di "Pane per i tuoi denti", è stata pubblicata un anno dopo su bigodino.it.


A TUTTE LE MIE AMICHE
AUGURO DI CUORE UNA
FELICE FESTA DELLA DONNA!!!

Valeria

"LE MIMOSE DI CIOCCOLATO BIANCO E RISO SOFFIATO"
(io ho usato il Bimby, ma si possono fare anche con metodi tradizionali, riscaldando il cioccolato bianco a bagnomaria a una temperatura di 50°C)

CHE COSA SERVE?
(per una dozzina di mimose)

- 400 g di CIOCCOLATO BIANCO
- 60 g di RISO SOFFIATO bianco
- 4 g COLORANTE GIALLO LIPOSOLUBILE (attenzione! E' importante che sia liposolubile!!!)
- PIROTTINI VERDI


COME FACCIO?

1. TAGLIO a pezzetti il CIOCCOLATO BIANCO, lo metto nel boccale e lo FRULLO per 10 secondi a velocità 7.

2. RIPORTO il cioccolato sul fondo del boccale, lo FONDO per 3 minuti, 50°C, velocità 2/3.

3. RIPORTO nuovamente il CIOCCOLATO sul fondo del boccale, unisco il COLORANTE, fondo ancora per 3 minuti, 50°C, velocità 2/3.

4. AGGIUNGO il RISO SOFFIATO, mescolando prima con una spatola di silicone e poi facendo girare la lama per 1 minuto, 50°C, antiorario, velocità soft.

5. DISTRIBUISCO il composto nei PIROTTINI VERDI, aiutandomi con un dosatore per il gelato.

6. FACCIO RAFFREDDARE in frigorifero per circa mezz'ora. TOLGO dal frigo dieci minuti prima di servire.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA *

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