sabato 28 febbraio 2015

LE MIE TORTE IN TV!!! IL PAN D'ARANCIA. E UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A SIMONETTA CHESINI DI TELENUOVO...

Come posso ringraziarti, Simonetta, per questa bellissima esperienza?

Mai e poi mai avrei immaginato di venire filmata "all'azione" nella mia cucina.
E invece è successo, e mi è piaciuto da matti!

Siete arrivati puntualissimi, tu e Sandro, il cameraman.
Presentazioni, baci, abbracci, e poi... via, al lavoro!!!

Avevo preparato tutto, sul cristallo del tavolo della sala: gli ingredienti, suddivisi in piccole ciotole trasparenti, raccolti in una cesta rettangolare.
Tre arance "bio" impilate in una terrina di vetro e, sulla mia alzatina migliore, il dolce da presentare alla fine del servizio (perché, temevo, non ci sarebbe stato il tempo di arrivare a fine cottura).

Avevo indossato una delle mie rarissime camicie azzurre: è risaputo, possiedo una serie infinita di camicie bianche tutte uguali; gli altri colori sono una rarità.
Avevo tolto orologio e anello (ma, nonostante ormai faccia parte di me, avevo dimenticato di mettere il mio tradizionale girocollo d'oro bianco...).

Un rapido ripasso della ricetta, e - click! - la telecamera si è accesa.

Hai copiato gli ingredienti su un foglio di carta, mentre li declamavo come fanno i veri chef nei programmi di cucina.

La ricetta originale  del PAN D'ARANCIA è della blogger di "Mani, amore e fantasia". Ma io l'ho modificata al punto da renderla quasi irriconoscibile.

Ho usato il Bimby, anche se avremmo potuto utilizzare qualunque altro tipo di "frullatore".

Giuro, Simonetta, mi sono quasi vergognata della semplicità di esecuzione di questo dolce: QUARANTA SECONDI DI PREPARAZIONE!!! 
Credo che, nella tua carrriera, non ti sia mai capitato di girare un servizio così breve.

Il risultato? Una torta soffice con una deliziosa crosticina dorata in superficie: ottima per la colazione, per la merenda e, se farcita con crema e ricoperta con glassa al cacao, anche per occasioni più importanti.

Mentre cuoceva nel forno, abbiamo chiacchierato del più e del meno: la famiglia, il lavoro, i programmi per il montaggio...
Il tempo è passato in un baleno, e purtroppo è arrivato il momento di lasciarci.
In un'enorme scatola da pasticceria, vi ho consegnato il mio PAN D'ARANCIA da portare a casa.

Mentre l'auto con la scritta "Telenuovo" si allontanava, la guardavo dalla finestra.
E mi chiedevo se il mio dolce vi sarebbe piaciuto, magari al punto di riportarvi nella mia cucina.

Per impastare insieme un altro dolce.


LA SERA DI SABATO 28 FEBBRAIO, IL SERVIZIO SUL MIO PAN D'ARANCIA E' ANDATO IN ONDA NELLA RUBRICA "LE RICETTE DI CASA".
L'AVETE PERSO O, NELLA ZONA IN CUI ABITATE, TELENUOVO NON E' VISIBILE? 
GUARDATELO QUI

RINGRAZIO INFINITAMENTE SIMONETTA CHESINI, IL CAMERAMAN SANDRO E L'EMITTENTE TELENUOVO PER LA CORTESIA, LA PROFESSIONALITA' E LA DISPONIBILITA' DIMOSTRATE.


"IL PAN D'ARANCIA"

CHE COSA SERVE?

- 1 ARANCIA BIO CON LA SCORZA SOTTILE (intera, anche con la buccia) divisa in pezzetti
- 150 g di FARINA 00 (setacciata)
- 150 g di AMIDO DI FRUMENTO (setacciato)
- 150 g di ZUCCHERO SEMOLATO
- 150 g di ZUCCHERO di CANNA
- SALE
- 125 g di OLIO di RISO
- 3 UOVA
- 35 ml di COINTREAU
- LATTE q.b.
- 1 bustina di LIEVITO VANIGLIATO (setacciato)
- ZUCCHERO di CANNA per guarnire


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO IL FORNO a 180°C.

2. LAVO bene L'ARANCIA e la taglio a pezzetti.

3. INSERISCO nel boccale ARANCIA, FARINA, AMIDO di FRUMENTO, ZUCCHERO SEMOLATO, i 150 g di ZUCCHERO di CANNA, SALE, OLIO di RISO, UOVA, COINTREAU. FRULLO per 20/30 secondi a velocità 7/8. Se necessario, unisco un po' di LATTE per ammorbidire il composto.

4. AGGIUNGO il LIEVITO VANIGLIATO e frullo ancora per 6/8 secondi a velocità 6.

5. VERSO l'impasto in una TORTIERA da 22 - 24 cm, foderata con CARTA FORNO.

6. SPOLVERIZZO la superficie della torta con abbondante ZUCCHERO di CANNA.

7. INFORNO e CUOCIO per 40/50 minuti.

8. LASCIO RAFFREDDARE su una GRIGLIA.


LA NONNA CAROLINA vi consiglierebbe di RIMUOVERE LA PARTE BIANCA DELLA BUCCIA, qualora quest'ultima fosse troppo spessa, per evitare che il PAN D'ARANCIA acquisti un retrogusto amarognolo. 

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA *


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venerdì 27 febbraio 2015

CANELES DE BORDEAUX

Scena prima: la mia camera, un lunedì mattina poco dopo le 9.

Sono a letto con l'influenza.
Non ho voglia di leggere né di guardare la TV.
Incomincio a smanettare con l'iPhone.

Vorrei chattare con Whatsapp, ma la gente sana è in piena attività lavorativa.
Becco momentaneamente disponibile il mio "compagno di merende" Gigi (sì, proprio quello dei risini), che mi racconta dei suoi esperimenti con i CANELES DE BORDEAUX.

Ora, tutti voi sapete quanto io sia campagnola e provinciale, nei gusti (e non solo...).
Ergo, casco dal pero: perché io, dei dolcetti francesi più famosi dopo i macarons, non ho mai nemmeno sentito parlare!

Rapidissima ricerca sul web, prima che arrivi il successivo messaggio di Gigi.
Bene, ora li conosco, 'sti pasticcini.
So che sono tipici di Bordeaux, ma che sono diffusi anche in altre parti di Francia, dove, al loro nome, viene raddoppiata la enne.
E so che, tradizionalmente, vengono preparati in stampini di rame, anche se in commercio sono disponibili contenitori in silicone.

Altra ricerca, tra un messaggio e l'altro.
Per l'Italia, pare che le formine in metallo siano commercializzate esclusivamente dalla ditta Paderno.
Guardo la foto: hanno un prezzo impegnativo, ma sono dei gioielli!
Prima di concludere la mia conversazione con Gigi, ne ho già ordinate tre (giusto per farvi le foto!).


Scena seconda: la mia cucina, il sabato successivo.

In settimana gli stampini sono arrivati: BELLISSIMI!!!
Preparo l'impasto per il CANELES - sostituendo il burro della ricetta originale con il mio ormai noto olio di riso -, lo verso in una caraffa graduata, lo copro bene con pellicola trasparente e lo faccio riposare in frigo.

Scena terza: sempre la cucina, la domenica mattina.

Tolgo dal frigo l'impasto prima di fare colazione.

Più tardi, mi dedico a quella che è una delle attività che odio maggiormente: la lubrificazione degli stampi.
Le formine di rame hanno piccole scanalature, che è difficile coprire completamente con il burro.
E meno male che sono solo tre...
Impiastriccio tutto il piano di lavoro con una diabolica miscela di burro e zucchero a velo, e finalmente arrivo al momento di versare l'impasto negli stampi.

Il forno è già acceso a 240°C, ma trasportare questi piccoli contenitori dal piano di lavoro alla griglia è un'impresa titanica.
Fatto!
Aspetto pazientemente, togliendo ogni tanto dal forno un CANELE per controllarne la cottura.

In questa operazione, sono di nuovo in chat con Gigi, il quale, stavolta, sta sciando.
Invio di immagini e scambio di pareri, fino a completamento del processo.

Eccoli qui, i miei piccoli CANELES: croccanti e caramellati fuori, morbidissimi dentro.
Hanno un sapore che ricorda quello del Crème Caramel, anche se più delicato.

E' un po' complicato sformarli (e sarà ancora peggio pulire le formine!), ma che soddisfazione!
Mi siedo sul mio sgabello, mi appoggio al bancone della cucina e ne addento uno.
Beh, mi sembra proprio di essere seduta al tavolino di una nostalgica pasticceria di Bordeaux...


Ringrazio Gigi per avermi fatto conoscere questi dolcetti, il blog Vaniglia - storie di cucina per la dettagliatissima ricetta (chiedo scusa per le variazioni!) e la ditta Cu Artigiana per aver prodotto i miei meravigliosi, preziosissimi stampini.

"CANELES DE BORDEAUX"
(dosi per circa 18 caneles; ho usato il Bimby / Thermomix, ma si possono impastare anche a mano)

CHE COSA SERVE?

Per l'impasto:
500 ml di LATTE INTERO
1 bacca di VANIGLIA
225 g di ZUCCHERO A VELO
1 UOVO intero
2 TUORLI
20 ml di OLIO DI RISO
140 g  di FARINA 00
1 pizzico di SALE
10 ml di RUM

Per ungere e spolverizzare gli stampini: 
1 noce di BURRO ammorbidito
ZUCCHERO a VELO 


COME FACCIO?
La preparazione di questi dolcetti viene suddivisa in due giornate successive.
Per maggiore chiarezza, indicherò le fasi del primo giorno divise da quelle del secondo.

Giorno 1:
1. INCIDO la bacca di VANIGLIA nel senso della lunghezza, con un coltellino ne raccolgo i SEMI che metterò nel LATTE insieme al BACCELLO.

2. FACCIO BOLLIRE il LATTE con la VANIGLIA, lo faccio RAFFREDDARE.

3. INSERISCO nel boccale TUTTI gli INGREDIENTI (compreso il LATTE, dal quale toglierò la bacca). FRULLO per 30 secondi a velocità 7.

4. VERSO l'impasto in una CARAFFA, copro con PELLICOLA TRASPARENTE.

5. RIPONGO in FRIGO per 12-24 ore.

Giorno 2:
1. TOLGO l'IMPASTO dal frigo circa 2 ore prima di cuocerlo, in modo da riportarlo a temperatura ambiente.

2. PRERISCALDO il FORNO a 240°C (ventilato).

3. UNGO accuratissimamente gli STAMPINI con un filo di BURRO, li spolverizzo con ZUCCHERO A VELO.

4. DISTRIBUISCO l'IMPASTO negli STAMPINI, avendo cura di riempirli fino a 1 cm dal bordo e di inglobare meno aria possibile.

5. CUOCIO per 12 minuti a 240°C, poi a 200°C per 45 minuti circa.

6. ATTENDO qualche minuto prima di sformarli.

7. LI SERVO tiepidi.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ****

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venerdì 20 febbraio 2015

LA TORTA RUSSA "RIPROPORZIONATA": DEDICATA A SARA

Che cosa sono, io?
Una blogger?
Un'appassionata di cucina?
Una dentista?

Quando scrivo nella finestra bianca di Blogspot, sono certissima di essere una blogger, per di più appassionata di cucina.
Quando sono seduta al fianco dei miei pazienti, bardata con camice azzurro, guanti, mascherina e occhiali ingranditori, sento di essere, nel profondo, una dentista.

Ma ci sono alcuni momenti in cui le mie diverse personalità si confondono.
Per esempio, carissima Sara, quando mi è arrivata la tua prima mail.

"Lettrice/paziente!" era l'oggetto.
Non la dimenticherò mai.
Ti complimentavi con me per le mie "deliziose" ricette, mi dicevi che dal mio blog trasparivano "positività e simpatia" (quelle tra virgolette sono tutte parole tue).
Mi spiegavi quali erano le tue necessità e proponevi un incontro professionale.

Giuro, Sara: quella volta mi sono sentita girare la testa.
Perché devi sapere che una blogger di periferia come me immaginava che, a leggerla, fossero solo le amiche più care, al massimo la mamma...
E scoprire non solo di essere seguita, ma addirittura apprezzata e cercata mi ha dato una sensazione esaltante.

E poi sei arrivata, "in carne e ossa": alta, slanciata, bellissima.
All'inizio non sapevamo se usare il "tu" o il "lei".
Ma ci abbiamo messo niente ad arrivare alla confidenza!

La nostra amicizia è cresciuta proporzionalmente alle terapie odontoiatriche.
Abbiamo fatto, insieme, acquisti di attrezzature per pasticceria.
Abbiamo discusso di ricette, di piatti, di traduzioni, di blog.
Hai apprezzato come nessun altro i miei modesti fotolibri.
Mi hai dato consigli preziosi, che hanno fatto conoscere "PANE PER I TUOI DENTI" anche fuori dai nostri confini.
Soprattutto, hai gioito sinceramente con me nel momento in cui "La Cucina Italiana" mi ha convocata nella sua redazione.

Un giorno mi hai raccontato di aver trovato il mio blog mentre eri alla ricerca della ricetta della TORTA RUSSA.
Questa torta, è risaputo, è sempre stata il mio cavallo di battaglia.
E l'averti incontrata grazie al mio dolce preferito mi è sembrato di buon auspicio.

Rispetto ad allora, la mia TORTA RUSSA è cambiata: dopo settimane di prove con relativa distribuzione dei campioni a tutto il vicinato, finalmente ho trovato le giuste proporzioni per  migliorare il ripieno e adattarne la quantità alla pasta sfoglia che si trova in commercio.

La TORTA RUSSA "riproporzionata" è più piccola rispetto all'originale.
Ma sono sicura, mia cara, che ti piacerà moltissimo!

Eccola qui sotto, la nuova ricetta.

Dedicata con affetto a te, Sara.
La "lettrice/paziente" che è oggi un'amica.

VAI ALLA RICETTA...







sabato 14 febbraio 2015

BUON SAN VALENTINO!!!

"Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso".

 Il Paffu (almeno oggi!), 
mi reclama a gran voce...

A farvi gli auguri da parte mia, ci pensa Pablo Neruda.

BUON SAN VALENTINO!!!

giovedì 12 febbraio 2015

"CENCI" O "GALANI"?


I "CENCI"
 
Pomeriggio di un febbraio dei primi anni '70.
Cielo grigio, pioviggina un po'.
Sono nel garage, in attesa degli amici per una delle memorabili "festine" nella mia taverna.
Ho preparato un rudimentale buffet, che gradualmente si riempie delle cibarie preparate da me e dalle mamme dei miei amici.
Qualcuno è già arrivato e ha lasciato la moto in cortile, sotto il terrazzo.
Rocket man di Elton John come sottofondo, chiacchiere e risate.

Entra Antonella, una delle compagne di scuola con cui mi trovo meglio.
Antonella è dolce, disponibile, gentile.
Alta quanto basta, sottile, ha lineamenti delicati e modi garbati.
Con la mano sinistra, tiene in equilibrio un gigantesco vassoio avvolto in una carta bianca.
Toglie l'incarto, e mi mostra una quantità smisurata di "cenci" larghi e leggerissimi, ricoperti da gigantesche bolle e spolverizzati con zucchero a velo.

Non resisto: ne prendo uno e lo addento.
E' amore a primo assaggio.
Un amore che non dimenticherò mai.

Oggi Antonella e io non siamo più le ragazzine di allora, anche se lei (a differenza della sottoscritta) non è cambiata di una virgola.
Non ci vediamo da parecchio, ma ci siamo ritrovate su Facebook e, ogni tanto, comunichiamo con un messaggio, spesso ripromettendoci di organizzare un caffè insieme.
L'anno sorso le ho chiesto la ricetta di quei "cenci" (è così che, nella terra di Dante, sono denominati questi dolci di Carnevale), e temo che mi abbia presa per matta. Ipotesi confermata dal mio messaggio di questa notte, ore 4,00 ("posso postare la ricetta di tua mamma?"). Messaggio al quale lei ha risposto immediatamente: perché, ahimè, aveva la suoneria inserita...

Eccola qui sotto, la mitica ricetta toscana - quella con il vin santo nell'impasto - seguita dalla signora Maria Carla, la mamma di Anto.

Vi garantisco che è da provare!


I "GALANI"

Ed eccovi un'altra ricetta che merita assolutamente di essere pubblicata.

E' quella della signora Anna, la mamma della mia assistente Fabiana.
I dolci fotografati sono proprio quelli che la signora Anna mi ha preparato per "tenermi su" il giorno dell'intervista con Telenuovo.
Me li ha portati la figlia, che è scesa dall'auto abbracciando una terrina bianca grande quasi come lei.
Li abbiamo nascosti nell'anta destra della cucina.
Durante l'intervista, il mio cuore era nell'anta insieme a loro...

A Verona, questi dolcetti li chiamiamo "galani".
Rispetto ai "cenci" della signora Maria Carla, sono solo un po' più piccoli e croccanti.
Ma nulla hanno da invidiare quanto a sapore.

Sono contenta di averli immortalati immediatamente: se non l'avessi fatto, non li avreste potuti vedere: insieme al Paffu, li abbiamo spolverati tutti prima di sera...

Vi assicuro che erano buonissimi!

"I CENCI DELLA SIGNORA MARIA CARLA"
(ricetta toscana)

CHE COSA SERVE?

Per l'impasto:
- 250 g di FARINA 00
- 50 g di BURRO ammorbidito
- 20 g di ZUCCHERO SEMOLATO
- 1 UOVO
- 1 pizzico di SALE
- VIN SANTO (o vino bianco)

Per friggere:
- OLIO di semi o STRUTTO

Per guarnire:
- ZUCCHERO a VELO


"I GALANI DELLA SIGNORA ANNA"
(ricetta veronese)

CHE COSA SERVE?

Per l'impasto:
- 500 g di FARINA 00
- 250 g di PANNA (quella da montare, NON montata)
- 40 g di ZUCCHERO SEMOLATO
- 2 UOVA
- 1 pizzico di SALE
- 1 BICCHIERINO di GRAPPA

Per friggere:
- 1 l di OLIO di semi

Per guarnire:
- ZUCCHERO a VELO


COME LI PREPARANO, LE SIGNORE ANNA E MARIA CARLA?

1. AMALGAMANO insieme, a mano o con il robot, tutti gli ingredienti dell'IMPASTO.

2. FANNO RIPOSARE l'impasto in FRIGO per mezz'ora (coperto da pellicola trasparente).

3. TIRANO la "sfoglia" con la Nonna Papera fino allo spessore 6.

4. FRIGGONO nell'OLIO (o strutto) BOLLENTE.

5.SPOLVERIZZANO con lo ZUCCHERO a VELO.


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venerdì 6 febbraio 2015

CUCINIAMO CON LA NONNA CAROLINA: IL MINESTRONE DI PATATE E FAGIOLI


NONNAAA!!!
Ma che cosa stai combinando?

Sei stata tu, vero, a far cadere la prima pedina di questo domino mediatico in cui ancora non mi raccapezzo!

"La Cucina Italiana", il quotidiano veronese "L'Arena", due emittenti private locali... E tu, in questo percorso, sei sempre stata al mio fianco: citata in ogni articolo e in tutte le interviste.

Lo so, non ho mai mancato di rimarcare che non mi hai lasciato alcuna nota scritta. Perdonami, ma avrei sempre desiderato avere a disposizione il tuo quaderno delle ricette!

Mi hai però trasmesso il tuo amore per la cucina: una cucina fatta di sapori essenziali che, invecchiando, apprezzo sempre di più.

Il tuo minestrone di patate e fagioli è fatto di nulla: non ci sono soffritti né condimenti.

Ma ha il sapore tenerissimo della mia infanzia con te.

Ti voglio bene, nonna Carolina!


"IL MINESTRONE DI PATATE E FAGIOLI DELLA NONNA CAROLINA"
(io l'ho fatto con l'AMC Secuquick, ma si possono usare anche pentole normali o a pressione di altro tipo)

CHE COSA SERVE?

- 500 g di FAGIOLI BORLOTTI LAMON secchi
- 3 l di ACQUA circa
- 3 PATATE MEDIE (+ 2 o 3 da mangiare a parte)
- 2 o 3 cucchiaini di DADO VEGETALE BIMBY (oppure 2  o 3 DADI VEGETALI di altro tipo)
- 1 CROSTA di PARMIGIANO privata della parte esterna (facoltativa)
- 1 rametto piccolo di ROSMARINO legato con un filo (facoltativo)


COME FACCIO?

1. METTO i FAGIOLI in ammollo in acqua fredda la sera prima.

2. IL GIORNO DOPO, SCOLO i FAGIOLI e li metto nella pentola AMC Secuquick con circa 3 l d'ACQUA fredda.

3. AGGIUNGO le PATATE precedentemente sbucciate, il DADO, il PARMIGIANO (facoltativo) e il rametto di ROSMARINO (facoltativo).

4. CHIUDO la pentola e porto in temperatura (settore turbo).

5. CUOCIO per 20 minuti.

6. RAFFREDDO la pentola sotto l'acqua corrente e APRO il coperchio.

7. TOLGO le PATATE da mangiare a parte (tiepide e condite con un filo di olio d'oliva, sono il cibo migliore al mondo!!!) e il PARMIGIANO (altra meraviglia!).

8. CON un MESTOLO forato, tolgo dal minestrone due o tre manciate di FAGIOLI lessati. Possibilmente senza scottarmi, SELEZIONO manualmente i migliori, che rimarranno interi nella passata che farò successivamente.

9. RIMUOVO il rametto di ROSMARINO.

10. FRULLO con il MiniPimer il minestrone; lo SETACCIO con un passaverdura.

11. UNISCO al minestrone i FAGIOLI precedentemente selezionati.

12. SERVO accompagnato da PARMIGIANO grattugiato e un filo d'OLIO extra vergine di oliva.

N.B.: Aggiungendo un po' di brodo vegetale e pasta tipo maltagliati, ottengo una deliziosa PASTA e FAGIOLI.

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LA VOSTRA DENTISTA PASTICCERA E' ANCHE IN TV!

Ancora non ci credo!!!
Questa settimana, sono comparsa in TV due volte!

Lunedì: intervista con TeleArena.
Il filmato è andato in onda la sera stessa.

Martedì: visita da parte di Telenuovo.
Al TG, il video è apparso il giorno successivo.

Purtroppo mi manca il tempo per commentarli con voi (spero tanto di riuscire a farlo nei prossimi giorni), ma li posto ugualmente perché possiate guardarli.

Ringrazio di cuore Silvia Beltrami (TeleArena), Simonetta Chesini (Telenuovo), i loro cameramen, le emittenti che mi hanno ospitato e tutti coloro che, quotidianamente, mi dimostrano il loro affetto complimentandosi con me per questi bellissimi servizi.


P.S.: Questi filmati sono stati scaricati da internet.
Per questo, la qualità delle immagini non è eccezionale.
Per una migliore visione, vi consiglio di non ingrandirli. 



TELEARENA - TG del 02 febbraio 2015





TELENUOVO - TG del 04 febbraio 2015




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domenica 1 febbraio 2015

E OGGI SIAMO ANCHE SU "L'ARENA"!!! LATTERA APERTA AD ANNA MARTELLATO (CON ANNESSA RICETTA DELLA MIA TORTA RUSSA)

 Cara Anna,

che emozione!!!
Stamattina, leggendo il tuo articolo apparso a pagina 24 de "L'Arena", quotidiano veronese per eccellenza (lo specifico per i non autoctoni ), il cuore mi batteva alla grande.
Quasi mezza pagina dedicata a me: la "dentista pasticcera"!!!

C'era l'immagine della mia TORTA TIGRATA ALLE MANDORLE, il dolce striato che ho presentato a "La Cucina Italiana".
C'era la mia foto, quella presa con l'autoscatto nella mia cucina: con la camicia bianca d'ordinanza (ne ho 6, tutte perfettamente uguali!), il grembiule portafortuna e gli attrezzi del mestiere.

Bellissimo, Anna, il tuo esordio a mo' di "ricetta"!
E poi, in una serie di flash, hai sintetizzato perfettamente la mia storia:
- l'avventura milanese nel "sancta sanctorum" de LCI,
- la nonna Carolina, che non mi ha lasciato nulla di scritto... ma tanto tanto amore per la cucina,
- il mio adorato nipotino Pietro, al quale è destinata la mia raccolta di ricette,
- "Pane per i tuoi denti", l'hobby più duraturo che io abbia mai avuto,
- i fotolibri "ZeroZero" e "σοκολάτα": i miei regali per gli amici.

Un cenno allo scrivere di cucina, che, per me, è veramente "come una droga".
Un omaggio ai miei studi classici al Liceo Maffei.
E, più volte, il riferimento al fatto che io ami follemente tecnologia e precisione: perché "le mie capacità sul lavoro le ho estese alla cucina, dove cerco di essere sempre organizzata e razionale".

Che dirti, Anna?
Grazie per avermi dedicato il tuo tempo.
Grazie per l'entusiasmo e la professionalità con cui hai redatto il "mio" articolo.

Grazie anche per l'invito alla tua trasmissione "2 chiacchiere in cucina", sull'emittente 7Gold.
Non so come me la caverò - non ho mai cucinato davanti a una telecamera - ma ti prometto che ci metterò l'anima.
Quell'"anima dolce" che anche noi dentisti, a volte, mostriamo di possedere.

Un bacione.

Valeria


Nell'articolo su "L'Arena", Anna Martellato ha citato anche quello che, da sempre è il mio cavallo di battaglia: la TORTA RUSSA.
Qui sotto ve ne riporto la ricetta. 

"LA MIA TORTA RUSSA"

CHE COSA SERVE?

- 50 g di BURRO ammorbidito
- 90 g di MARGARINA
- 4 UOVA
- 240 g di ZUCCHERO semolato
- 1 pizzico di SALE
- 20 ml di RUM
- 15 ml di ACQUA
- 100 g di MANDORLE sbucciate
- 100 g di AMARETTI
- 150 g di FARINA 00
- 10 g di LIEVITO VANIGLIATO
- 1 PASTA SFOGLIA fresca (rotonda)


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 180°C.

2. NEL FRATTEMPO, preparo gli INGREDIENTI:
Faccio ammorbidire BURRO e MARGARINA.
Frullo gli AMARETTI insieme alle MANDORLE.
Stendo la SFOGLIA in una tortiera del diametro di circa 24 cm.
Monto a neve ben soda gli ALBUMI.
Setaccio la FARINA e il LIEVITO.

3. SBATTO il BURRO e la MARGARINA con i TUORLI e lo ZUCCHERO, unisco il SALE, il RUM, l’ACQUA, MANDORLE e AMARETTI tritati, la FARINA e, da ultimo, il LIEVITO. Continua a frullare fino a che l’impasto non risulterà omogeneo.

4. UNISCO delicatamente gli ALBUMI montati a neve.

5. VERSO questo “ripieno” all’interno della SFOGLIA. RIGIRO i bordi  della sfoglia verso il centro della torta.

6. INFORNO e CUOCIO per un’ora circa. Trascorso questo tempo, spengo il forno e lascio il dolce nel forno spento per altri 20 minuti.

SODDISFAZIONE *****
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